di Sandro Renato Garau
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Si è conclusa la festa dell’Assunta che si celebra a Guspini. Edizione ridotta a causa delle vicende sanitarie che hanno coinvolto il mondo. Solo eccezionalmente, in alcuni anni, durante le due grandi guerre, non si è celebrata la festa. Il dritto è la passione con la quale la gente di Guspini vive l’evento e la gioia che ne deriva nel dire: “anche quest’anno c’ero” e alla fine: “Attrus annus!”
È il ritorno di molti figli sparsi per il mondo che rincontrano i vecchi genitori e parenti. È dritto la recita dei is Coggius all’Assunta, il ritrovarsi, da due anni, all’esterno della chiesetta del XIII secolo a lei dedicata, per pregare, ogni sera per un mese intero, il rosario in lingua sarda. Poi la vestizione della Madonna Dormiente, fatta da mani sapienti che maneggiano veli, vestiti preziosi e oggetti la cui origine si perde nella notte dei tempi: i sandali in stoffa ricamati, quelli in argento intarsiati, la corona, gli ex voto preziosi e cari. Come la processione che, anche se in forma ridotta, ha attraversato le vie del centro. Anche questa attesa è vissuta con emozione.
È la festa dei guspinesi, a qualunque parte politica appartenessero o appartengano e questo è molto bello, anche chi ha sempre detto di non credere c’è. Una festa inclusiva! Il rovescio è il diritto al mugugno che i guspinesi hanno sempre rivendicato a torto o a ragione. Forse è per questo motivo che raramente un presidente, a meno che non ci fossero cause di forza maggiore, rimaneva in carica per più di un anno, cambiando anche buona parte del comitato della festa. Qualche anno non si è trovato neanche il presidente. Questo perché è una carica impegnativa e bisogna rendere conto a una comunità molto esigente. Gli anziani sostenevano che per migliorare la festa era necessario che le cose cambiassero, che alle manifestazioni tradizionali se ne affiancasse qualcuna nuova. Tutti i guspinesi, con qualsiasi grado di istruzione o censo, qualsiasi lavoro facciano, possono fare il presidente della festa. Chi è scelto deve solo circondarsi di uomini e donne di buona volontà, costruire e condividere il progetto con loro. Battezzati, certo, cristiani anche!
La comunità religiosa da molti anni si coordina e collabora con le istituzioni. Il rapporto con il sindaco, la giunta, gli apparati comunali in primis, e con le forze dell’ordine sono sempre stati fondamentali. È bello che le etichette o le appartenenze politiche vengano messe da parte. Onorano la Santa, partecipando ai momenti più importanti, le processioni, le messe solenni, garantendo l’ordine pubblico durante le manifestazioni. Patrimonio prezioso della festa è anche la condivisione con le associazioni che operano nella comunità.
Le immancabili polemiche sul rientro della Santa nella sua sede dopo tre giorni invece che otto, i tre soli giorni di festeggiamenti, gli spettacoli che solitamente si svolgevano nella piazza della parrocchiale spostati ai giardinetti o altre piazze, la mancanza delle bancarelle, sa mesa de is Turronis tanto cara ai guspinesi, ha alimentato il mugugno. Che il covid possa esserne la causa è verosimile, i casi di contagio sono aumentati ogni giorno e anche i ricoveri. A chi guiderà la caravella Santa Maria per i mari che condurranno al prossimo approdo: buon vento!
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