RUBRICA STORIA DI CASA NOSTRA

Guspini, Santa Maria Assunta, sa festa manna

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di Andrea Lanterna

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La festa di Santa Maria Assunta ha una storia secolare che ha attraversato i momenti più difficili senza perdersi mai e che continua anche in questa seconda estate di pandemia. Dal 11 al 22 agosto “sa festa manna” è sempre stata un’occasione speciale per tutti i guspinesi: gli emigrati tornano in paese per vivere ancora una volta questi momenti, i “bixinau” si organizzano per celebrare al meglio questi giorni in cui si mescolano tradizioni religiose e popolari.

La protagonista della festa è la statua della Vergine dormiente: la sua preparazione rituale da parte delle donne del paese è il primo atto del triduo che inaugura la festa. Si ripete uguale dai tempi della dominazione spagnola: la scultura viene adornata con la veste turchese, la corona e i calzari d’argento e adagiata su un baldacchino con gli ex voto.

All’imbrunire del 14, vigilia della festa, il simulacro viene accompagnato dalla chiesa di San Nicolò, sua sede abituale, alla chiesetta di Santa Maria di Malta. Una volta la processione era guidato dai suonatori di “launeddas” e i gioghi di buoi bardati a festa, l’anno scorso la statua della santa ha viaggiato senza corteo. Questa processione sancisce l’inizio della festa vera e propria, che si chiude in corrispondenza col suo ritorno otto giorni dopo.

Accanto alle cerimonie religiose c’è un ricco patrimonio di tradizioni collegate alla festa. Alcune si sono affievolite, come le gare poetiche e le corse equestri, altre si sono trasformate. Un tempo a Guspini il 15 e 16 agosto accorrevano artigiani da tutta la Sardegna: vernaccia e torrone, brocche e tegami in terracotta, i panni e le “arresojas”, cestini e setacci. Oggi alle bancarelle che resistono per la festa dell’Assunta si affiancano eventi culturali come mostre e concerti o la peculiare infiorata per la Madonna. “Sa festa manna” ha anche i suoi piatti tradizionali: “malloreddus a cibiru”, “caboniscu in sa bagna”, “piricchitus”, “amarettus” e “gallettinasa”.

Pur nella naturale evoluzione della società questi giorni a metà agosto riescono ancora a rappresentare un momento di comunione profonda per tutti i guspinesi. L’Assunta ha perso alcuni aspetti legati al mondo agro-pastorale: non si aspetta più la festa per la paga dei raccolti e rinnovare i contratti dei braccianti agricoli.

La bellezza di “sa festa manna” non è infatti nella sua completa immobilità, quanto nella capacità di coltivare la tradizione nonostante i cambiamenti. Il fascino nasce dal saper tramandare intatto il vero spirito della festa anche negli anni più difficili come quello appena trascorso. Gli echi più antichi e i frammenti di storia sono in grado, oggi come allora, di connettere i guspinesi con le loro radici.

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