CULTURA. EDITORIA Recensione

“Ho visto Diego” di Ciro Ferrara, un libro sulla storia di un’amicizia

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di Giovanni Contu
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La presentazione di un’opera su Maradona, per ovvi motivi, rimarrà sempre e comunque il tentativo disperato di evitare l’inevitabile; trascendere nella retorica. Ma per rendere omaggio a chi delle sfide impossibili fece il proprio pane quotidiano, cercheremo di affrontare l’impresa con la massima semplicità.

Tutti conoscono pregi e difetti, vizi e virtù del campione argentino per antonomasia, calciatore popolarissimo che per l’arte di cui era capace sul campo di gioco può essere paragonato, senza alcun dubbio, solamente a Pelè.

Di Maradona oggi sappiamo ormai quasi tutto, ma questo di Ciro Ferrara è un testo che si caratterizza per il modo, davvero sentito, toccante e assolutamente coinvolgente, attraverso il quale viene raccontata l’autenticità del rapporto che, negli anni, ha contraddistinto la loro amicizia. Dalle parole si riconosce la piacevolezza che anima la rievocazione dell’atmosfera unica di sette anni nella squadra del Napoli, vissuta con l’entusiasmo ardente che ha determinato l’affiatamento del gruppo, la voglia di crescere, confrontarsi e raggiungere traguardi calcistici, per loro e per molti altri, nemmeno lontanamente immaginabili fino a quel momento, e per il futuro, forse irripetibili. Probabilmente il libro è stato concepito come regalo per i sessant’anni del pibe de oro ma il destino ha voluto che di fatto diventasse anche forse l’ultimo grande saluto all’amico di sempre, con cui ha condiviso buona parte della giovinezza nella città partenopea. Un intreccio di ricordi, fra vita famigliare, successi e sconfitte, amarezze e delusioni ma soprattutto, oltre ogni vicissitudine, un’intesa reciproca sul campo e nella vita. La narrazione del testo procede come in un susseguirsi di immagini vivissime impresse in modo indelebile nella memoria e nel cuore dell’autore che racconta, una dopo l’altra, le tappe nelle quali è maturato e si è sviluppato il rapporto personale e professionale fra lui, giovane esordiente e il calciatore per antonomasia, il campione in assoluto più amato da tutti i napoletani, nella cornice una città “folle”, teatro dove questo sogno ha preso forma e si è realizzato concretamente.

Un racconto ispirato dalla testimonianza di chi vide da vicino la parabola di colui che, di questi fatti fu protagonista indiscusso perché, paradossalmente, voleva solamente giocare a pallone ma oltre le proprie gambe, nel suo ruolo e per i propri sostenitori mise a disposizione, oltre al talento, il cuore, impegno non facile da cui si riconosce la differenza – parafrasando un altro napoletano illustre – fra fuoriclasse e calciatore.

Ciro Ferrara, Ho visto Diego. Prefazione di Diego Armando Maradona, pp. 222. Cairo editore 2020

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