di Dario Frau
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Un sarto che in paese ha lasciato ricordi e testimonianze per la sua abilità e raffinatezza è stato Gervasio Collu. Nato nel febbraio del 1912, apparteneva a una famiglia di agricoltori, ma essendo più incline e portato ad attività più di carattere creativo si dedicò all’apprendimento dei primi rudimenti del cucito. All’inizio lavorò nella casa materna che si trovava nell’attuale piazza della chiesa parrocchiale, poi si trasferì in un locale di sartoria, in via Santa Maria (oggi esiste un’officina meccanica) dove operavano anche le sorelle Elisa e Marietta. Un connubio che durò alcuni anni, dove emerse anche l’abilità di mestu Gervasio.
«Era un abilissimo sarto, bravo nel taglio, nel confezionamento e nelle rifiniture. Voleva sempre la perfezione e se le cose non andavano bene s’innervosiva», ricorda Angelo Zurru, stimato sarto che ebbe modo di frequentarlo. Correttezza professionale e perfezione, le peculiarità di Gervasio Collu. Queste caratteristiche vengono descritte anche da Antonina Serpi che lavorò nella sartoria. «Un giorno si presentò un giovane con una pezza di stoffa per farsi confezionare un abito elegante per il fidanzamento. Mestu Gervasio esaminò e toccò alcune volte la stoffa da esperto intenditore e spiegò al giovane che il tessuto era di scarsa qualità e inadatto per un abito elegante, per cui era dispiaciuto e non voleva imbrogliare e guadagnare su un lavoro che non sarebbe mai riuscito bene», racconta Antonina Serpi. La sartoria, intanto, era sempre più apprezzata in paese. In occasione della costruzione del Cinema Teatro Verdi, allora uno dei più belli e grandi della zona, voluto e finanziato dal possidente Genesio Espis e realizzato con la sovrintendenza del capomastro Ezechiele Espis, «furono commissionate a Gervasio e alle sorelle, i tendaggi in velluto color porpora del nuovo locale», ricorda ancora Antonina Serpi.
In seguito, la collaborazione tra Gervasio e le sorelle venne meno, e su mestu trasferì la nuova sartoria in via Vittorio Emanuele, dove vi rimase diversi anni. Dopo il matrimonio con Maria Onali, si trasferì nella casa di via Lamarmora, dove continuò l’attività. Ma con il passar del tempo, il lavoro non era come prima. Gli introiti diminuivano, ormai, con gli abiti già pronti, che si trovavano nei negozi, la crisi decretò la chiusura, come altre in paese, della sartoria di Gervasio Collu. Continuò il confezionamento per la famiglia e per qualche conoscente, ma il sarto dovette cercare un nuovo sbocco lavorativo come dipendente in alcune ditte della zona. La famiglia, intanto, cresceva, e l’ex sarto, con la moglie Maria, non si risparmiava per dare una solida formazione ai cinque figli. Un incidente, purtroppo, stroncò la sua vita, a soli 57 anni, nella strada per San Nicolò d’Arcidano, La sua preziosa eredità formativa (operosità, perfezione e correttezza) è stata raccolta dai figli che hanno messo in atto il fondamentale messaggio del padre Gervasio: su mest’e pannu preciso e raffinato.
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