C’è poco da cincischiare. Il 2016 per noi sardi non si prospetta di buon auspicio. La giunta Pigliaru vuole aumentare l’Iperf per risanare il “profondo” buco della sanità. Invece di razionalizzare e risparmiare, i nostri politici, e questa non è una novità, ricorrono alla geniale pensata dell’aumento dell’addizionale Irpef regionale. Una misura vecchia e ingiusta che mortifica le speranze di tutti i sardi. Ci toccano per l’ennesima volta il portafoglio invece di riformare gli Enti locali e le Asl. Non sarebbe meglio razionalizzare e modernizzare l’organizzazione dell’apparato regionale consentendo una spesa più efficace e mirata invece di mettere le mani nelle tasche dei cittadini? In nome del localismo e della tutela dei potentati politici non riescono neanche a riformare gli enti locali. E quando riusciranno a trovare un accordo, statene certi, avremo nuove istituzioni che altro non saranno che “centri di spesa” pensati unicamente in funzione di una certa casta. La politica della Regione dovrebbe mettere il lavoro al centro dell’attenzione e riflettere su quelle patologie distruttive che sono disoccupazione e precarietà. Quello che inquieta è che troppi ragazzi e giovani si sono abituati alla non certezza, all’assenza di luoghi e riferimenti certi, a un’idea del futuro senza progetti e senza percorsi programmati in una terra che continua a impoverirsi di risorse e di energie e a svuotarsi di uomini, come dimostra lo spopolamento di intere aree isolane. Le colpe in verità non sono tutte della classe politica, ma anche nostra che ci facciamo prendere in giro.
Gian Paolo Pusceddu
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