“Una moratoria per l’esecuzione delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale”. A richiederla è l’Isde (International society of doctors for environment) Italia, “ nel rispetto del principio di precauzione e del principio dell’Organizzazione mondiale della Sanità “Health in all policies”. L’organismo di medici ritiene infatti “opportuna la richiesta sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, Ispra, Arpa, dipartimenti di prevenzione) e non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi”.
Secondo l’Associazione dei medici per l’Ambiente nata nel 1989 in Italia, “il 5G opererà su frequenze più elevate di quelle sino ad ora utilizzate dai sistemi di radiotelefonia (superiori ai 30GHz) e renderà necessaria l’installazione in area urbana di numerosissimi micro-ripetitori (con aumento della densità espositiva) a causa degli ostacoli alla trasmissione lineare di questo particolare tipo di segnale da parte di palazzi e aree verdi”.
In pratica esiste la possibilità che quasi ogni palazzo possa avere una micro-antenna 5G. Le conseguenze? “Circa 4 milioni di residenti in Italia saranno esposti durante la “sperimentazione” a campi elettromagnetici ad alta frequenza con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala”.
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