di Fulvio Tocco
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La questione demografica non è stata al centro del dibattito dei rinnovi dei consigli comunali delle ultime amministrative.
Eppure la “questione demografica” esiste.
È noto che i fenomeni demografici sono in stretta interrelazione con i fenomeni economici e sociali per cui non possono passare in secondo piano nei consigli comunali della Sardegna.
Collaborazione è la parola d’ordine del nostro tempo per combattere il declino delle comunità rurali.
È vero, si tratta della parola più usata e più dimenticata, ma il continuo declino socioeconomico ci dice che dobbiamo essere lieti ed orgogliosi di collaborare, con iniziative innovative, a un’operazione indispensabile per ridare vita ai piccoli comuni.
Viviamo in un periodo in cui l’amministrazione pubblica e i cittadini devono necessariamente collaborare per “mantenere in vita il ramo dell’albero su cui sono seduti” diceva l’antropologa Jane Jacobs; collaborare per individuare soluzioni contro il decadimento sociale, economico, ambientale, culturale, e demografico dei paesi rurali è interesse di tutti. Anche di chi vive nelle grandi città.
È il momento in cui dobbiamo necessariamente essere uniti per progettare un futuro sostenibile per le nostre comunità.
Ciò significa che la maggioranza e l’opposizione di un consiglio comunale, sulla questione del declino, hanno il dovere di dialogare da subito in modo proficuo per il comune dove sono stati eletti.
La situazione è talmente grave che non si può attendere i soliti “cinque anni” per intraprendere iniziative importanti anti declino.
Sui Temi delicati che stanno segnando il decadimento dei piccoli paesi è necessario trovare le necessarie intese, possibilmente sostenibili, per individuare le soluzioni di contrasto.
Tutti i comuni devono aspirare a una ottimale gestione del territorio.
La questione della sostenibilità, da qualche anno a questa parte, è entrata nella sfera sociale, politica ed economica: le persone, le aziende e la pubblica amministrazione si stanno chiedendo come sia possibile continuare a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità di quelle future di fare altrettanto.
La prolungata crisi economica che ha rosicchiato i livelli di benessere collettivo, il diffondersi dell’instabilità politica, i cambiamenti climatici in corso, gli incendi devastanti e, ultima, la pandemia che ci ha reso ancora più vulnerabili, sono tutti elementi che hanno complicato la sopravvivenza delle piccole realtà amministrative, rendendo la questione crisi così complessa da poter essere affrontata solo con un poderoso sforzo sia individuale che collettivo.
Più si tarda a trovare una soluzione per reimpostare lo sviluppo e più il calo demografico contribuirà allo svuotamento dei piccoli centri.
Il calo demografico non va sottovalutato.
La demografia è parte essenziale dell’infrastruttura umana dei nostri paesi.
Nel Medio Campidano, l’esperienza amministrativa ci ha insegnato che possiamo avere i progetti più ambiziosi, e “Vivere la Campagna” era uno di questi, ma se li caliamo in una impalcatura debole, pur essendo essenziali, saranno inevitabilmente destinati a non andare avanti.
Un’altra urgenza, che non ammette divisioni politiche, è la questione del consumo del suolo.
Il contrasto al consumo di suolo dev’essere considerato una priorità e diventare una delle massime premure dell’agenda di ogni livello della pubblica amministrazione.
Da ciò potranno scaturire numerosi benefici di carattere sociale, ecologico ed economico, purché ci si attenga, costantemente, come predetto, al principio dello “sviluppo sostenibile”.
In Sardegna è necessario collaborare tutti, senza demagogia, per trovare le soluzioni anti degrado e anti spopolamento dei piccoli paesi.
Non vi è alternativa a questo.
La politica del contendere, solitamente praticata da coloro che hanno secondi fini, va declinata. Dobbiamo concorrere tutti per non far morire questi paesi.
Se è vero che la storia di un paese non può essere rimossa, le prospettive di sviluppo futuro invece possono essere orientate da una azione collaborativa tra l’amministrazione pubblica, il cittadino e le imprese superando, sulle questioni cruciali, le contrapposizioni tra maggioranza e opposizione.
Non c’è tempo da perdere.
Il tema è uno: combattere il declino.
Detta collaborazione ora è indispensabile per rendere le persone che vi abitano orgogliose di poter partecipare all’individuazione di idee e strategie rivolte a tutelare e ridare attualità ai piccoli comuni.
In futuro il dialogo più virtuoso sarà quello dedicato alla collaborazione: collaborare tutti per il bene del paese in cui abitiamo superando pregiudizi e steccati su ciò che ci riguarda da vicino!
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