di Elena D’Ettorre
Sulle orme del famoso Cammino di Santiago di Compostela, la Sardegna ha aperto anch’essa un suggestivo e incantevole percorso, il Cammino di Santa Barbara. Il percorso sulla terra più antica d’Italia costeggia e attraversa mari, monti e miniere presenti lungo il tratto. Non a caso, infatti, Cammino di Santa Barbara in quanto la santa è patrona protettrice dei minatori. Sono tante le chiese dedicate alla santa lungo un cammino fatto di spiritualità, ricerca individuale, di connessioni con la natura e con le tracce di storia e architetture industriali. Scenari mozzafiato, paesaggi inesplorati e poco conosciuti, un’occasione unica ed imperdibile per esplorare e visitare il Sulcis da un’altra prospettiva, più intensa, più magica.
La sfida è quella di valorizzare il patrimonio ambientale e storico-culturale in un territorio che ha le potenzialità per offrire un tipo di turismo naturale ed esperienziale. È un cammino ad anello che parte da Iglesias e ritorna nella città mineraria attraversando il Sulcis, l’Iglesiente e il Guspinese. Il cammino è ungo precisamente 386km (407 con le varianti) ed il livello è intermedio, adatto a tutti, principianti ed esperti. Per tre quarti si va avanti tra sentieri, mulattiere, sterrati per poi incontrare pianura, collina e montagna fino ai 900 metri del Marganai.
Il ritmo è all’incirca di tre chilometri all’ora ma ognuno si regola e si detta liberamente il proprio ritmo. Durante il cammino, proprio come il Cammino di Santiago, sono previste delle soste sia per ammirare, curiosare l’ambiente circostante sia per riposarsi, rinfrescarsi e ristorarsi. Le tappe sono in tutto 24 della lunghezza di circa 16km ciascuna ma è chiaro che ognuno può organizzare il percorso liberamente, partendo e arrivando dove vuole. La prima tappa è quella che parte da Iglesias e arriva a Nebida mentre il secondo pezzo di strada propone une delle immagini simbolo di tutto il territorio, Porto Flavia, incastonata tra la roccia da dove si affaccia e abbraccia il mare. Un altro abbinamento simile è quello di Piscinas e Montevecchio ma ci sono infinite bellezze da scoprire nelle zone di Ingurtosu, Is Zuddas, miniera Rosas, Portixeddu, Bacu Abis per poi passare da Carbonia la città custode di memorie minerarie, la città di ottanta anni che porta il nome di un pezzo di storia industriale che ha caratterizzato il territorio.
Alla fine del cammino a coloro che percorrono tutte le tappe viene consegnata una piccola torre in ceramica come ricordo dell’esperienza e finora sono state cinquanta quelle consegnate ma una pergamena viene consegnata anche a coloro che scelgono tappe minori. I primi riscontri sono molto positivi e soddisfacenti, ci sono stati sia viaggiatori locali che molti stranieri provenienti dal nord Europa come Belgio, Olanda e Danimarca.
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