RUBRICA STORIA DI CASA NOSTRA

Il meteo dei nostri avi: dalle osservazioni astrali ai comportamenti degli animali

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di Francesco Diana

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 Fin dagli albori della civiltà l’uomo ha sempre cercato d’interpretare i segni e i fenomeni offerti dalla natura, al fine di trarne beneficio per l’espletamento delle proprie attività.

Bypassando le osservazioni riguardanti il passato remoto, ci limiteremo perciò a citare quei fenomeni climatici che ancora oggi costituiscono la guida indispensabile, e non solo fra gli anziani, per l’assunzione di qualunque iniziativa in campo agricolo. La meteorologia attuale, che può contare su rilevazioni scientifiche effettuate tramite i satelliti, poi elaborate grazie alla disponibilità di adeguate apparecchiature elettroniche, è in grado di formulare attendibili previsioni sull’andamento climatico che tuttavia, in qualche caso, restano disattese. Ciò invoglia ancora oggi molte persone ad attestarsi sulle ataviche rilevazioni dei fenomeni naturali e la loro incidenza sul clima, tramandate di generazione in generazione, attraverso pubblicazioni scientifiche e ancora oggi disponibili sul web.

A tal proposito citiamo la pubblicazione “Agricoltura di Sardegna”, edita a Napoli nel 1870, nella quale l’autore Andrea Manca Dall’Arca, appartenente alla nobiltà sassarese, pur non avendo fatto un corso di studi specifico, pare sia stato il primo sardo a scrivere di agricoltura. Nella sua opera descrive le osservazioni astrali e i comportamenti degli animali, come attendibili indicatori dei fenomeni riguardanti l’andamento climatico, supporto indispensabile per lo svolgimento dell’attività agricola di quei tempi.

Fra le osservazioni effettuate all’epoca, citiamo succintamente quelle riguardanti la Luna, il Sole e i Venti, poiché le più indicative.

  1. a) sulla luna:

-se nel quarto-quinto giorno di luna nuova questa appare bianca e abbastanza chiara, senza nuvole, è prevedibile una lunazione con bel tempo. Al contrario, se nello stesso periodo la luna sarà invisibile o tramezzata da nuvole nere, rosse o di qualsiasi colore, è prevedibile pioggia e vento per tutto il periodo della lunazione;

-quando compare pallida, indica pioggia. Quando è rosseggiante indica vento. Quando è bianca indica bel tempo.

  1. b) sul sole:

quando il sole, al tramonto e anche la mattina successiva, si presenta ricoperto da nuvole e i raggi si presentano separati in gruppi formando delle colonne, si prevede tempesta. Al contrario quando i raggi del sole compaiono con soevità dietro le nuvole cariche di rugiada può comparire l’arcobaleno che, secondo tradizione strettamente nostrana significa bel tempo, se compare di pomeriggio, pioggia ancora se compare la mattina.

  1. c) sui venti:

il vento di Tramontana porta il sereno, mentre i venti impetuosi che durano più di ventiquattro ore possono portare neve o brina.

Molto interessanti appaiono le reazioni del mondo animale in previsione delle variazioni climatiche, così come citato da vari autori nelle molteplici pubblicazioni accessibili on-line. Nello specifico:

i cani: in previsione di una perturbazione scavano piccoli fossi su cui rotearsi. Ciò sarebbe dovuto al fatto che l’aumento di elettricità nell’aria in prossimità delle piogge, produce un forte prurito su tutto il corpo. Alternativamente cercano riparo in cuccia.

i gatti: prima del temporale si strofinano il muso con la zampa o affilano gli artigli sugli arredi di casa per far capire che è in arrivo il freddo. Se sbadigliano in continuazione mentre dovrebbero riposare, indicano l’arrivo di un’abbondante pioggia. Se rivolgono il dorso verso una fonte di calore, lasciano presagire una possibile nevicata.

Oltre ai nostri amici di sempre, riteniamo molto interessanti le reazioni del mondo animale in previsione dei mutamenti climatici.

Ecco come ci avvisano del possibile arrivo di un temporale:

I buoi cominciano a leccarsi il muso e muggiscono; le vacche iniziano a sedersi o si raggruppano; il maiale comincia a strofinarsi su una parete; i cavalli, i muli e gli asini camminano nervosamente sporgendo il collo in avanti. L’asino, in particolare, agita nervosamente le orecchie; le capre cominciano a belare senza sosta e, se al pascolo in montagna, scendono immediatamente a valle; le galline svolazzano impaurite e i galli cominciano a bisticciare fra loro; oche e anatre proteggono il loro manto di piume, lisciandolo con il becco; i grilli e le cicale smettono di cantare; i rospi lasciano le tane; le rane insistono nel gracchiare; i vermi e i lombrichi abbandonano il fondo del terreno per paura di restare annegati: le api non si allontanano dall’alveare anche perché, diminuendo la luminosità, vedono pochissimo; il picchio insiste nel picchiare sugli alberi; i piccioni si sistemano in gruppo sullo stesso ramo dell’albero; le rondini volano basse quasi a sfiorare il terreno e fanno man bassa di insetti; i passeri si allineano numerosi sullo stesso ramo dell’albero senza volare; i corvi e le cornacchie fanno il bagno negli stagni e nei corsi d’acqua, cantando in orari inconsueti e con toni alti e acuti.

Tuttavia l’animale che da molti era considerato il “barometro vivente” o “barometro animale”era la rana, per via della sua caratteristica peculiare rappresentata dal tipo di pelle che consente di far passare dall’esterno l’acqua e l’ossigeno liquido in questa contenuto. In conseguenza di ciò esse ristagnano sull’acqua nel periodo asciutto, pronte a scattare fuori in prossimità di una pioggia. Di tutto ciò si fece tesoro nell’antica Russia, per realizzare un “barometro vivente”, cosi costituito: veniva realizzata una piccolissima scala in legno, poi calata all’interno di un contenitore di vetro contenente sul fondo una sufficiente quantità d’acqua. Sistemando all’interno una piccola rana di lago succedeva che, dopo un primo periodo di ambientamento, questa saliva sulla scala in prossimità di maltempo, scendeva nuovamente verso il basso in previsione di tempo variabile, annaspava sulla superficie dell’acqua in previsione del periodo caldo e asciutto.

Queste, e tante altre, le osservazioni dei fenomeni della natura che nel corso dei secoli l’uomo ha compiuto con attenzione, quale preavviso al probabile sopraggiungere delle avversità climatiche.

Oggi, nonostante un servizio meteorologico d’avanguardia, fondato sulla ricerca scientifica e supportato da straordinaria tecnologia, messo giornalmente a disposizione di ciascuno di noi attraverso i media, sono ancora in tanti a fidarsi delle succitate osservazioni del passato.

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