di Gianni Vacca
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Furono oltre un migliaio gli arburesi, sui circa novemila allora residenti, che presero parte alla grande guerra, quella del 15/18. Pesante il tributo pagato: 159 coloro che non fecero più ritorno a casa. Silvio Sitzia caporale del 151° Fanteria, studente-commerciante arburese di 24 anni , morto il 15 giugno del 1915 in località Falzarego fu il primo caduto della gloriosa Brigata Sassari.
La sala consiliare ha aperto le porte alla presentazione del libro “Il Piave mormorò…la grande guerra degli arburesi” ultima fatica del professor Francesco Atzori. Il libro frutto di una approfondita ricerca d’archivio condotta meticolosamente dall’autore riporta alla memoria il sacrificio di tantissimi giovani arburesi che nel grande conflitto, nella cosiddetta grande guerra persero la vita. L’autore affronta e narra il dramma di quei momenti così tristi per l’umanità e per la comunità arburese con assoluto rigore storico. La serata è lunga e ben organizzata riempita nella parte iniziale dalle struggenti note de “Il Silenzio” regalate alla sala consiliare dalla magica interpretazione del giovane musicista Danilo Zanda, note che precedono la lettura dei nomi dei 159 giovani martiri arburesi sacrificati per la patria. Presenti il sindaco di Arbus Antonello Ecca, il suo vice e Assessore alla cultura Michele Schirru e l’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis. Presenti anche il Colonello Stefano Fanni con una delegazione della Brigata Sassari e i relatori Gianluca Scroccu, Paolo Lusci Presidente della Fondazione Giuseppe Dessì, Sergio Floris colui che come nella precedente opera del professor Atzori ne ha curato con bravura la grafica e le immagini presenti nel libro e il Presidente dell’Università della Terza Età Salvatore Sanna che in collaborazione con l’autore ha organizzato la serata.
Magnifico l’intervento carico di riflessioni e di grande umanità della dottoressa Anna Maria Dessì che riesce ad arricchire e impreziosire ulteriormente l’opera dello scrittore. Un libro nel libro come si evince dalla prefazione da lei stessa curata: “L’ultimo impegno editoriale dell’autore ha più di un valore aggiunto perché oltre a ripercorrere, a vantaggio del lettore, la genesi della Prima Guerra Mondiale, punta la sua luce su quanto accadde nella nostra piccola comunità in quel periodo doloroso e oscuro, raccogliendo immagini, notizie, ricordi custoditi su coloro che ne furono protagonisti. Il libro si consegna al lettore ricco di dettagli e indicazioni finora inesplorati, ma non trascura mai l’umanità sottesa a questa pagina di storia, spesso sacrificata nei testi dedicati”. La terza fatica del professor Francesco Atzori arriva dopo i già fortunatissimi “Memorie di corsa e pensieri in libertà” del 2017 e “Sattus, tancas e furriadroxias” del 2018. «La grande guerra è stata l’apocalisse dell’umanità», afferma Gianluca Scroccu. Nel finale è l’autore del libro a rubare la scena: «Non sono uno storico – afferma il professor Atzori – racconto il dramma della grande guerra, quella parte , probabilmente la più importante, che nei libri di storia non è presente». Un ricupero di storie e drammi rimasti nascosti: “La storia umana e militare di 159 giovani arburesi sottratti alla quotidianità della vita grama ma tranquilla delle proprie famiglie, al lavoro nei campi, nella custodia delle greggi, nelle miniere, negli uffici e nelle botteghe artigianali per essere invitati a combattere, nel nome di una Patria lontana, una guerra di cui non comprendevano le ragioni e che non avrebbero mai voluto fare”. La pubblicazione del libro patrocinata dall’UTE è già disponibile nelle edicole e nelle librerie.
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