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Cagliari Spettacoli

Il popolo del Medio Campidano al concerto di Vasco Rossi

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di Anna Luisa Garau

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Il concerto di Vasco Rossi, tenutosi alla fiera di Cagliari il 18 e il 19 giugno, ha richiamato tantissime persone da tutta la Sardegna.
Erano in tanti ad aspettare Vasco, che non veniva  in  Sardegna dal lontano settembre 2009.
Un pubblico dal  ceto sociale e anagrafico differente ha accolto l’artista con l’entusiasmo di sempre.
Dai dodicenni agli ottantenni  si riconoscono in una sua canzone.
Sono pochissimi quelli a cui non piace o perlomeno non amano canticchiare una sua canzone.
Io non ho assisto al concerto, non per mio volere ,ma perché impossibilitata  fisicamente ma tante persone hanno condiviso con me, foto, video ed emozioni tanto che mi sembrava di essere presente e ho percepito  la loro gioia, il loro entusiasmo, le loro emozioni attraverso le numerose videochiamate che ho ricevuto.
Ritengo che le  emozioni arrivino  sempre, quando sono vere e importanti e non hanno limiti fisici  o strutturali.
Numerosi i pabillonesi presenti, tra questi Elisabetta Cossu, 50 anni, infermiera all’ospedale di San Gavino Monreale , sua sorella Diana e alcune  amiche.  «È stato come tornare indietro nel tempo»,  racconta Elisabetta, «si respirava  una fortissima  emozione, come un’onda che travolgeva tutti i presenti».Il pubblico era unito in un unico coro  e cantava le sue  canzoni con gli occhi rivolti al cielo. In  certi momenti il cantare dei fans riusciva persino a coprire quella dell’artista.
Diana, 43  anni, madre di due figli, cresciuta con le canzoni di Vasco, era la prima volta che assisteva a un suo concerto «È stata un’emozione incredibile, unica quando ha cantato “Canzone” la mia preferita».
«Si respirava una fortissima  emozione.  Come Vasco nessuno», sostiene  Fiorella Frongia, di Pabillonis, docente di disegno e  storia dell’arte, «Un grande artista , un palcoscenico e un ‘atmosfera da paura».  “Siamo solo noi “ dell’ottantuno  è la canzone che la rappresenta maggiormente.
«Un’emozione che si rinnova ogni volta», dice  Edvige  Colombo, cinquantenne, che  segue il kom  dal lontano ’85 dai tempi della pubblicazione dell’album “Cosa succede in città”, brano considerato il disco della rinascita del cantautore.
«Nelle canzoni di Vasco ci si rispecchia, canta le nostre  emozioni, i nostri  dolori», sostiene  Elisa Locci, 36 anni, docente di scuola primaria, di Dolianova,  che da  tanti anni segue Vasco, «Sono stata  anche al concerto di Roma e a quello di  settembre di nove anni fa  a Cagliari. Quando sei ai suoi concerti, l’adrenalina è tanta, ti senti scoppiare il cuore mentre urli a squarciagola e salti fino allo sfinimento, perché Vasco ti fa urlare, cantare, ballare e ti colpisce dentro».
«Assistere ad un concerto di Vasco ti  dà una carica immensa»,  riferisce Chiara Podda  di Sardara, 39 anni, sposata con due figli, casalinga e grande fan di Vasco che segue  da sempre. Due sono le sue canzoni preferite, anche  se le piacciono tutte: ”La nostra relazione” e “Vivere”. «Sembra che sappia quello che ciascuno di noi proviamo»,  continua Chiara, «e sappia scrutarci dentro l’anima».
Grande carica di adrenalina e grande emozione  anche  per Ignazia Mascia, 47 anni, di San Sperate,  insegnante di scuola primaria, che ha partecipato ad ambedue le serate. «Avere Vasco a pochi metri è stata un ’emozione fortissima», afferma, « sentivo il cuore battere forte come quando avevo  quindici anni tanto da aver paura di svenire da un momento all’altro».  Nessuna preferenza tra le canzoni «in ognuna di esse trovo un pezzo della sua vita, le sue emozioni, la sua rabbia e i suoi dolori».
«Un concerto da urlo, bellissimo, con un Vasco in splendida  forma»,  sostiene Ornella Martis di Guspini, che ha partecipato al primo concerto.
«Una data da ricordare», riferisce  Michela Carta, libera professionista di Dolianova, che è andata al concerto insieme al marito. «Dopo  nove anni  Blasco è tornato nella nostra terra  a regalarci  brividi, emozioni».  «Il concerto di Vasco» ,  continua  Michela, di anni 32, «si vive già all”ingresso, dove sempre una fila enorme di persone  attende con ansia e trepidazione di entrare. È facile stringere amicizia e creare rapporti spontanei  che possono  durare  per sempre. A unirci l’amore verso quella musica, così speciale, che racconta sempre un pochino di te, tocca le  corde del tuo vissuto,  delle tue emozioni passate e presenti. Vasco,  da voce alle nostre debolezze e ai nostri guai». «È un trascinatore di folle e ha un rapporto empatico con il suo pubblico. È  quel tipo di concerto  che tutti  dovrebbe assistere  almeno una volta nella vita»,  conclude Michela Carta.
Sono state molte le condivisioni, i commenti che ho avuto modo di leggere, su cui mi sono soffermata e con cui ho potuto confrontarmi anche se molti preferiscono non dare voce  alle emozioni e tenersele gelosamente dentro.
I ragazzi di oggi e quelli di un tempo , che seguono Vasco sono ragazzi che sanno ancora emozionarsi e il concerto lo vivono non solo  con gli occhi  ma anche con  il cuore e con il corpo. Ambedue  i concerti si sono conclusi  con le note e i versi  di  Albachiara, risalente al 1979, è stato il primo successo dell’artista, allora  un po’  disadattato forse perché la gente non lo accettava per il suo modo di vestire,  ma già qualcuno aveva intuito che sarebbe diventato  un “grande”. Tutti  noi abbiamo  cantato almeno una volta Albachiara , a una festa, al karaoke o semplicemente sotto la doccia.
A quarant’anni dall’uscita del disco, mantiene, nonostante il tempo trascorso, la sua freschezza e la sua attualità. Comunque la mia maggiore emozione è stato sentire mio marito, fan dei Pink Floyd, forse contagiato dal mio continuo canticchiare o ascoltare  le canzoni di Vasco, che hanno rappresentato la colonna sonora della mia vita , intonare  “E già”, brano  del 2011, facente parte dell’album “Vivere o niente”.  Sono sicura che mi accompagnerà  al prossimo concerto che Vasco farà in Sardegna.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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