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ATTUALITÀ

Il progresso e l’arroganza del benessere

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di Francesco Diana
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Francesco Diana

Sono passate poche settimane da quando la Sardegna, col suo valore di 0,3 nei riguardi del Covid-19, poteva vantarsi di avere il minor indice di circolazione d’Italia mentre oggi, da sardi, ci scopriamo a doverci leccare le ferite prodotte dall’irresponsabilità di quanti non hanno esitato a violare una terra, da sempre considerata una delle tante meraviglie del mondo.

Da abitanti dell’Eden, ci siamo ridotti a essere considerati gli untori di una nuova ondata di Covid e, come tali, destinati a occupare stabilmente le prime pagine dei giornali, additati da moltissimi viziati rampolli d’oltre tirreno, quali responsabili delle loro disavventure.

A questo punto, denunciare col senno del poi una situazione a dir poco preoccupante, attribuendo alle strutture esistenti la responsabilità di quanto successo, parrebbe la cosa più scontata del mondo. Tuttavia, poiché la mente umana è dotata della capacità di accumulare immagini e situazioni pregresse, riguardanti periodi anche abbastanza remoti, particolarità congenita nel DNA dei sardi, siamo in grado di riesumare situazioni del recente passato che possono costituire una chiara chiave di lettura di quanto recentemente successo.

I più attenti ricorderanno la posizione che a suo tempo assunse il Governatore della Sardegna Solinas, allorquando sollecitava il Governo centrale di adottare le misure necessarie tese a impedire l’introduzione di soggetti contagiati dal Virus, mediante l’adozione di una sorta di passaporto sanitario!  Fu sbeffeggiato da tutti!

Ricorderete certamente i ripetuti proclami del simpatico ministro per gli affari regionali Francesco Boccia: «Il passaporto sanitario è incostituzionale», sosteneva con forza, e ancora «una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone da altre Regioni». E ancora, l’invito a consultare l’art. 120 della Costituzione: «Oltre al fatto che per costituzione non si può limitare la libera circolazione delle persone, c’è il fatto che gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari. E dunque non ci sono! Se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione. Non è previsto distinguere tra cittadini di una città rispetto all’altra. Se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vorrebbe un accordo tra le parti». 

Che dire, poi, delle illuminate dichiarazioni di Zingaretti a sostegno della linea di Governo, salvo poi contraddirsi in momenti più recenti, proponendo accurati controlli sulle persone in partenza dalla Sardegna, a tutela dei cittadini d’oltre Tirreno, e dei laziali in particolare!

Tutte cose che, insomma, assumevano valore di “barzelletta” se a illustrarle era il Governatore della Sardegna, ma molto condivisibili di questi tempi, quando a tremare sono anche le popolazioni d’oltre tirreno!

Ovviamente a questo punto, per decenza, stoppiamo il “Revival” dei tanti pareri illuminati che hanno condizionato la vita di questi giorni, e ci rivolgiamo a te, amata terra di Sardegna, regione periferica e spesso bistrattata d’Italia: «Cosa ti hanno combinato?»

Sapevi, almeno per sentito dire, che “Il progresso trascina con sé morti e feriti”. Volevi sfatare gli antichi concetti di quanti ti consideravano “terra di confino”, deterrente usato nei secoli per prevenire irregolarità comportamentali nell’ambito della pubblica amministrazione o, ancora peggio, terra selvaggia popolata da pastori e inquinata da primordiali forme di banditismo. Ti sei lasciata trascinare da ciò che, a torto, ti era stato prospettato come “Progresso”, consentendo lo sfruttamento della tua splendida immagine a scopi di lucro da parte di personaggi detentori di grandi capitali, che avevano quale scopo principale quello di implementare le loro ricchezze, lasciando a te poche briciole e gli scarti delle loro attività. Sei stata a guardare, sperando in cuor tuo che anche i tuoi figli potessero un giorno beneficiare di tanta agiatezza, ma non ti sei resa conto che a essi era riservata solo una minima parte dei lauti guadagni e solo per prestazioni di manovalanza. Ti sei chiesta quanti dei tuoi figli hanno potuto tastare gli ambienti aurei introdotti nel paradiso che la natura ti ha generosamente concesso? Se non lo hai ancora fatto, prova a chiederti perché la maggior parte di essi continua ad allontanarsi col cuore infranto dalle tue sponde, in cerca di un’occupazione capace di soddisfare le proprie aspirazioni economiche e culturali!

Stimata terra mia! Ancora una volta sei stata improvvidamente gabbata in nome di quel progresso cui tanto aspiravi per i tuoi figli e, per l’ennesima volta, ti trovi a dover leccare le profonde ferite prodotte dall’arroganza di quel benessere che non ha confini!

Eri una terra che, grazie anche alle attenzioni dei tuoi figli, era stata risparmiata anche dagli strali tragici del Covid-19, ma le tue aspirazioni in direzione del “progresso” che tanto inseguivi, sono state falcidiate da quanti hanno preso al balzo l’opportunità di realizzare plusvalenze inestimabili, non esitando a richiamare una fiumana di “benestanti”, il cui unico scopo era quello di scaricare le proprie frustrazioni esistenziali, senza badare a spese e tantomeno alle conseguenze da ciò prodotte.

Certamente ti avranno fatto tenerezza le innocenti testimonianze dei tanti rampolli delle famiglie “bene” d’oltre Tirreno che, dopo aver raccattato in giro per il mondo, dalla Spagna alla Grecia e alla Croazia (bontà loro) tutte le varianti dl Covid 19, hanno invaso le tue ridenti spiagge, scaricando virus a gogò su quanti incontravano nel loro percorso. Senti cosa dicono di te al Corriere della Sera, dove un certo Claudio, mantenendo opportunamente l’anonimato: «Io ero in Sardegna ma non sono mai andato in discoteca, eppure mi sono ammalato lo stesso. Quel posto è una bomba».

Ancora una deputata pugliese: «Cari amici, purtroppo anche io, dopo aver trascorso alcuni giorni di vacanza in Sardegna, sono risultata positiva al Covid-19».

Come pure l’eco mediatico proveniente da LA STAMPA: Paura a Roma per i giovani contagiati in Sardegna”.  Ma sono stati contagiati in Sardegna o sono loro ad aver irresponsabilmente introdotto il Virus, col suo ricco campionario di varianti intercettate in giro per il mondo?

Forse nessuno era informato del fatto che eri invasa dai “Chirotteri” o che la pecora sarda, usata da qualcuno alternativa al progresso, costituiva di fatto un veicolo per la variante isolana del Covid-19|.

Nei secoli hai subito diverse invasioni ma nessuna, dai Fenici ai Cartaginesi, dai Romani ai Bizantini, dai Saraceni ai Pisani, dagli Aragonesi agli Spagnoli e così via, è stata devastante quanto quella che hai subito di questi tempi!

Perciò, “orgoglio dei tuoi figli”, fai tesoro dell’esperienza vissuta, leccati le ferite e attivati perché il progresso che meriti possa essere conseguito con azioni meno devastanti di quelle recentemente vissute.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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