Il nuovo Piano Urbanistico Comunale dopo l’adozione in consiglio comunale avvenuta con delibera n.30 il 30 luglio 2018 e dopo averlo ufficialmente presentato alla popolazione è ora in attesa dell’approvazione finale. Sarà di riordino e di crescita per il territorio? Probabilmente no, stando al giudizio delle numerose osservazioni “tecniche e di merito” presentate nei due diversi incontri pubblici organizzati che ha visto l’assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica Gianni Lussu e l’architetto Enrica Campus, relatrice e coordinatrice del gruppo di lavoro del piano, confrontarsi con semplici cittadini, progettisti e imprenditori. Da governare e programmare 27.000 ettari di territorio: è vero ricco di straordinarie potenzialità ma sul quale pesano come macigni la presenza di sei aree SIC (Siti d’Interesse Comunitario) che finora hanno portato solo vincoli e niente economia, due servitù militari, quella di Capo Frasca e quella di Is Arenas e da una dotazione infrastrutturale da far paura, quasi da terzo mondo. I 47 chilometri di costa, sono diventati addirittura 64 dopo gli ultimi rilievi effettuati attraverso le innovative tecnologie di ultima generazione. Continua intanto, senza soluzione di continuità, la lenta agonia del centro urbano che con grande regolarità decresce annualmente a un tasso del 7% come si evince dal saldo della popolazione residente al 31 dicembre 2017 ferma a circa 6.200 unità. Tutti gli indicatori sociali sono caratterizzati da segno negativo. Il nuovo Piano Urbanistico Comunale andrà a sostituire integralmente il PRG (Piano Regolatore Generale) ancora vigente. Anacronistico, vecchio e obsoleto la cui stesura risale addirittura al 1974 e sul quale nel corso degli ultimi venti anni sono sopraggiunte diverse necessarie e costose varianti prima in adeguamento ai PTP infine dal 2006 al Piano Paesaggistico Regionale. Si aspettava un nuovo piano regolatore indirizzato verso la crescita auspicabile e possibile per un territorio con tali potenzialità e invece ci si ritrova con norme addirittura più restrittive di quelle attualmente vigenti sovraordinate. L’indice di gradimento è bassissimo. «Questo nuovo strumento urbanistico – dice l’assessore Lussu in fase di presentazione – predisposto nel rispetto delle norme di pianificazione esistenti a livello regionale va incontro alle esigenze dei cittadini , non di un singolo ma di un’intera comunità».
Dieci gli ambiti locali di paesaggio individuati : 5 costieri, 4 interni e 1 della zona umida di San Giovanni-Marceddì. Azzerate le volumetrie per nuovi insediamenti lungo la costa. Qualcosa è rimasto solo a Senne e S’Arca 10.500 mc da localizzare in lotti ancora liberi e circa 9.000 mc per strutture ricettive e alberghiere. Per Pistis, Torre dei Corsari, Porto Palma, Gutturu e Flumini e Portu Maga nessuna volumetria è più realizzabile. Il capitale di volumetrie ereditato dal decreto Floris , fortemente ridimensionato nel 2006 dal PPR, è ora completamente azzerato. Possibile in questi contesti reperire aree non ancora edificate da destinare a spazi pubblici o a servizi per la balneazione. Da questa sforbiciata forse un po troppo selvaggia si salva la sola “Funtanazza” alla quale viene riconosciuto un ulteriore budget volumetrico di 59.637 mc. Modificati al ribasso anche i nuovi parametri urbani di fabbricabilità. Nelle zone B gli indici perdono un buon 30% di valore che scendono dai 3 mc su metro quadro precedente all’attuale 2 mc su metro quadro. Si abbassa del 50% anche l’indice di copertura massima. Misure piuttosto discutibili per un comune come Arbus dal punto di vista morfologico piuttosto irregolare. Infine la nuova area cimiteriale di mq 5.325 individuata e posta in continuità funzionale con il vecchio cimitero che andrà a cancellare un altro pezzo importante della pineta comunale l’autentico polmone verde del paese ulteriormente sacrificato, come nel caso dell’area sosta camper mai ultimata, con scelte ancora una volta piuttosto discutibili. Previsto anche un cimitero nella frazione di Sant’Antonio di Santadi in questo caso con funzione esclusivamente crematoria.
Gianni Vacca
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