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ATTUALITÀ

Il sindacalista un mestiere difficile

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di Rinaldo Ruggeri

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Rinaldo Ruggeri

In politica, anche sul fronte democratico, si possono confondere i principi con le scelte tattiche o viceversa. Tutto dipende dalla capacità del politico di interpretare la situazione o il momento storico in cui si opera. Non tutte le soluzioni sono valide sempre, in assoluto. Per esempio: per un lavoratore dipendente, sia pubblico che privato, lo sciopero in linea di principio è sempre valido. Il problema, che si pone nell’esercitarlo, è la valutazione della sua efficacia.
Lo sciopero si fa per raggiungere un obiettivo, dal punto di vista normativo e salariale. Se questi risultati non sono conseguibili per una serie di situazioni oggettive, lo sciopero si rinvia.
Attualmente, le ragioni che spingono i dipendenti pubblici ad avanzare le loro rivendicazioni contrattuali sono sacrosante. Indipendentemente dalla scadenza contrattuale, pensiamo all’impegno profuso, in tempo di pandemia, dalle forze dell’ordine o dal personale sanitario; pensiamo, anche, al grande divario salariale fra le stesse categorie di lavoratori, in Germania o in Francia; pensiamo, infine, alla carenza di personale in tutti i presidi sanitari e alla scellerata legge sul numero chiuso nelle università di medicina. Infine, non possiamo non tener conto del ruolo che lo Stato ha per i dipendenti pubblici, è sempre il loro datore di lavoro.
Il governo amico per i dipendenti statali è una contraddizione in termini. Perciò non deve meravigliarci che, com’è iniziata l’agitazione sindacale della Funzione Pubblica, subito si è dato corso a una campagna contro i cosiddetti “garantiti”.
Non solo la stampa, parlata e scritta, filogovernativa, si è data da fare, ma soprattutto quella di destra e conservatrice ha fatto fronte comune contro i lavoratori.
Il contesto attuale, della pandemia, ha reso più facile isolare i dipendenti pubblici rispetto al resto della popolazione, che soffre, in certi settori economici, per le dovute chiusure. Bastava un modesto acume politico per capire che si doveva aspettare e lavorare per creare un clima favorevole verso le rivendicazioni di tutto il comparto pubblico. Attendere che scemasse tutta questa frenesia verso i miliardi di euro della Comunità Europea.
Il gruppo dirigente del sindacato doveva frenare questa corsa verso l’Edorado e spiegare che c’è il momento della lotta e quello della propaganda.
Il consenso ruspante, non solo a livello politico, ma anche, a livello sindacale è diventato una sorta di allucinogeno che ti fa perdere la prospettiva e t’induce a vivere alla giornata.
Tutto ciò denota una forte carenza di formazione del gruppo dirigente a tutti i livelli.
La formazione va rivendicata a livello aziendale ma va fatta, soprattutto, nel sindacato.
Possibile che sia così difficile capire, che in questo periodo storico, la società è più complessa e richiede risposte articolate?
Compito del sindacato e della politica, più in generale, è trovare queste risposte non sminuendole ma rendendole comprensibili alle masse.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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