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Economia & Lavoro

Il territorio come patrimonio da salvaguardare con il turismo di prossimità

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Le esperienze slow e sostenibili con Janas Escursioni
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di Graziella Falaguasta
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Si è appena chiusa a Milano l’edizione 2023 della Bit (Borsa Internazionale del Turismo), il tradizionale appuntamento dell’“industria del turismo”, e da più parti è emerso con forza quanto negli ultimi tre anni si siano modificati gli atteggiamenti dei viaggiatori (preferisco chiamarli così!), che in molti casi scelgono volutamente l’Italia “dei territori”, anche quelli meno conosciuti ma sempre molto ricchi di eccellenze naturalistiche, storiche, artistiche, culturali, enogastronomiche. Si tratta di un vero e proprio enorme “catalogo”, considerando che l’Italia è anche il paese dei borghi e dei cammini, come ormai da più parti si continua a ribadire.  Molti itinerari di turismo interno degli italiani che stanno imparando a visitare il proprio paese e le proprie regioni prevedono sempre più scelte di turismo lento, sostenibile, che includa nell’esperienza anche gli abitanti e la loro storia e che sia accessibile, a tutti i livelli. Si è ormai preso atto dei cambiamenti avvenuti anche tra i più giovani a causa della pandemia, ma anche dei diversi modi di lavorare e di gestite il tempo che ne sono scaturiti. Oggi i viaggiatori sono più informati, esprimono esigenze differenziate alle quali chiedono proposte differenziate, e sono sempre più alla ricerca anche di esperienze sociali più intime e autentiche.

 

JANAS ESCURSIONI: LA GRANDE SFIDA DEL 2020

E proprio durante l’inizio della pandemia – nel 2020 – non si sono perse d’animo Loredana Lai e Francesca Mocco, le promotrici del marchio Janas Escursioni, che hanno scelto di rivoluzionare la propria vita personale e professionale in quello specifico periodo, decidendo di assecondare le proprie passioni per trasformarle – insieme – in una grande sfida di micro-imprenditorialità femminile.

Loredana Lai, nata a Torino da genitori sardi (il padre era un trasfertista Fiat), è tornata da bambina con la famiglia in Sardegna e qui si è laureata in lingue. La sua grande passione per i viaggi e la sua curiosità per le differenze e le diversità l’hanno portata a viaggiare molto in Europa. Dopo un viaggio di studio in Irlanda ha deciso di tornare definitivamente “a casa”, in Sardegna, e di cambiare radicalmente vita. Nel 2018 ha cominciato a pensare ai possibili sbocchi e ha lasciato un lavoro a tempo indeterminato nell’ambito del wedding per avviare un percorso che lei stessa definisce di libertà. Nel 2019 ha deciso di frequentare un corso di un anno dell’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (Aigae) e, grazie all’incontro con Francesca Mocco, con la quale esisteva già un rapporto di lunga durata, è nata l’idea di creare Janas Escursioni.

Da parte sua, Francesca Mocco, nata in Sardegna, con una laurea in scienze politiche a indirizzo politico-sociale, si era sperimentata inizialmente con un’attività all’interno dell’Università, che ha poi interrotto per dedicarsi più direttamente a un lavoro di tipo commerciale nell’ambito delle attrezzature sportive, che l’ha avvicinata sempre più all’escursionismo e ad altre attività outdoor.

L’incontro “magico” avvenuto a Cagliari durante il corso ha portato così a un primo “atto informale” comune, da Janas. Loredana e Francesca avevano concordato un’uscita escursionistica con un gruppo di amici, fissando come data il giorno 8 marzo 2020 (una domenica), che in realtà è corrisposto con l’inizio del primo lockdown e quindi è stata rinviata. Ma loro non si sono perse d’animo, continuando a studiare, a frequentare i corsi dell’Associazione e ad approfondire la conoscenza del percorso intravvedendo la possibilità di iniziare un’attività in uno degli itinerari storico-naturalistici-culturali più completo nel territorio del Sulcis Iglesiente Guspinese, che percorre le tappe del Cammino Minerario di Santa Barbara (familiarmente noto come Cmsb), l’anello che parte e ritorna a Iglesias ed è lungo 498 chilometri.

“CAMMINA CON NOI IN UNA TERRA MAGICA!”, UN CLAIM AUTOESPLICATIVO

È proprio durante il percorso di costruzione del progetto, tra un lockdown e l’altro, che Loredana e Francesca si fanno affiancare da Domenica Porcu, “business coach” (letteralmente “allenatore per gli affari”, ossia formatore d’impresa) che le accompagna lungo lo stesso cammino, per testare tutti gli aspetti di “compatibilità” tra di loro e di predisposizione a un’attività autonoma (possibilità di lavorare insieme, valori, scelta di essere micro-imprenditrici a partita Iva, organizzazione, gestione, ecc.).

Loredana e Francesca hanno potuto dimostrare, prima di tutto a loro stesse che essendo originarie di questo territorio, lo conoscono, lo amano e credono nelle sue potenzialità: questo le ha convinte di poter essere in grado di creare un’esperienza ripetibile, giorno dopo giorno, in forma più organizzata e imprenditoriale, da camminatrici e da guide in grado di accompagnare i viaggiatori, secondo le proprie capacità, gusti e esigenze. Nel 2021, un anno molto faticoso, realizzano dunque il progetto “Inviate speciali lungo il Cammino di Santa Barbara”, pubblicando ogni giorno il diario di bordo in collegamento video con chi era interessate e seguirle. Tra un lockdown e un altro (a cui si è aggiunto a un certo punto anche l’ingresso in zona rossa), le ha rafforzate nell’idea che riuscire a “passare attraverso” le varie difficoltà, in due, poteva rendere tutto più semplice e più stimolante. Quindi, nonostante le difficoltà, è stato per loro possibile completare tutta l’attività di networking necessaria a rendere praticabili le collaborazioni con operatori, ristoratori, associazioni dei minatori, storici del territorio come Iride Peis, ecc.

Tra i punti di forza del lavoro di Loredana e Francesca risalta la grande attenzione alla problematica della sicurezza fisica e logistica (Loredana è anche volontaria del Soccorso Alpino): un “valore” per il quale sono stati fatti particolari investimenti in tecnologia, acquistando rilevatori e apparecchi di geolocalizzazione che rendono la gestione del percorso più agevole, anche in considerazione del fatto che alcune delle zone attraversate con il Cammino non sono raggiunte da alcun segnale dei vari operatori telefonici.

Altro grande vantaggio della proposta di escursioni guidate da parte di Janas Escursioni riguarda un altro tipo di sicurezza, e cioè la conoscenza esatta delle problematiche da affrontare, come per esempio il fatto che alcuni percorsi non siano segnati, o siano molto impegnativi. In altri casi la sorpresa è di poter percorrere itinerari che non si trovano neppure nelle guide, ma che sono stati attentamente studiati e personalizzati da Loredana e Francesca che in questi luoghi ci sono nate e cresciute. Inoltre, se dietro ogni pietra, sentiero, e pianta ci sono storie, com’è naturale che sia, l’essere accompagnati permette di venirne a conoscenza, perché loro possono raccontare e far vivere più intensamente l’esperienza, meglio di qualunque lettura su un libro.

I NETWORK DI ACCOGLIENZA SUL TERRITORIO E LA DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA

Non mancano, però, alcune criticità nel lavoro quotidiano di Loredana e Francesca, che riguardano in particolare le infrastrutture e la logistica (posti ristoro, luoghi dove dormire e mangiare, ecc.) e in questo ambito loro stesse confermano che gran parte delle energie vengono spese nel dialogare con gli operatori locali perché si sentano una componente adeguatamente preparata e operativa della rete di accoglienza dei pellegrini/camminatori. Come ricordano, infatti, “una parte di lavoro ‘nascosto’ riguarda proprio la difficoltà a trovare strutture ricettive per un gruppo e assicurarsi che siano accoglienti e che abbiano gli elementi basilari per poter fare accoglienza, una componente molto importante per chi arriva in questa zona così fuori dai circuiti più conosciuti della regione”. Ed è su questo che ci sarà senz’altro ancora molto da lavorare nei prossimi mesi e anni di attività di queste coraggiose Janas.

Alla domanda “Come pensate di influenzare, con il vostro esempio organizzativo e operativo, i diversi attori del territorio? Come vivete il vostro ruolo di ‘animatrici/ambasciatrici’?”, Loredana e Francesca rispondono molto positivamente portando l’esempio recente della collaborazione con una scuola di Iglesias per un progetto congiunto di conoscenza della storia e delle peculiarità locali. «La sorpresa dei ragazzi è stata la nostra maggiore soddisfazione», ricordano le Janas, «loro pensavano che si sarebbe trattato di qualcosa di noioso e invece hanno scoperto che questo modo di apprendere non solo è utile, ma anche divertente».

Ecco, forse proprio questo tipo di approccio può aiutare a dare una svolta alle politiche dell’accoglienza dei visitatori da parte di nuove generazioni di operatori: la conoscenza, la cultura, il coinvolgimento attivo ed entusiasta.

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