di Davide Piras
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“L’Italia è un Paese laico”. Questa espressione, oggigiorno, è sempre più utilizzata da presunti intellettuali un po’ ovunque. Si tratta di un’affermazione molto in voga non solo fra quei presunti intellettuali, ma fra tutti coloro che, in fin dei conti, sono semplicemente anticlericali, più che autentici intellettuali e/o persone di buon senso e realmente democratiche, come vorrebbero tentare di apparire. L’espressione “L’Italia è un Paese laico” la si sente in vari casi: 1) Il crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici, così come il presepe, non possono esservi in virtù del fatto che l’Italia sia un Paese laico; 2) Le recite scolastiche natalizie riguardanti Gesù non devono esser rappresentate, perché l’Italia è un Paese laico; 3) Una giornalista, durante la diretta del tg, non deve portare al collo una croce visibile, perché l’Italia è un Paese laico.
Ci sarebbe quasi da sorridere per quanto tali affermazioni siano ridicole, ma, purtroppo, non ci è permesso, poiché le conseguenze di posizioni così pericolose, oltre che prive di alcun fondamento logico, sono disastrose per il futuro stesso della nostra civiltà, proprio perché l’Italia è davvero un Paese laico! Ma cosa significa “laico”? Questo nulla ha a che vedere col significato distorto col quale viene identificato da tutti coloro che si scagliano contro la religione e i suoi simboli.
Il termine “laico” deriva dal greco laikós, derivante a sua volta dal sostantivo laós, vale a dire “popolo in opposizione ai capi”. Per “Paese laico” si intende che questo non è “teocratico”, dal greco Theós = Dio e kràtos = potere. La teocrazia è la forma di governo secondo cui la gestione delle attività religiose e quelle governative coincidono e il potere politico è dunque stabilito su base religiosa, come ad esempio nei Paesi islamici. L’Italia non è assolutamente un Paese teocratico, ma laico, senza una religione di Stato. Proprio in virtù di questa laicità, vi è la libertà religiosa. La Costituzione italiana su questo è esplicita. Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizionamenti personali e sociali”. All’articolo 7: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. Articolo 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze”. Ancor più esplicito è l’articolo 19: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitare in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
È evidente che, in Italia, non debba assolutamente esservi una ignobile tolleranza religiosa di stampo illuminista, ma una vera libertà religiosa. È altrettanto evidente, purtroppo, che per taluni qualsiasi simbolo religioso debba essere rimosso, poiché altrimenti andrebbero esposti i simboli di ogni confessione religiosa e ciò non sarebbe concretamente possibile. Questa errata e pericolosa interpretazione non ha alcun fondamento, proprio in virtù del fatto che tutte le confessioni religiose, secondo la Costituzione, sono esplicitamente libere, non tollerate o addirittura soppresse.
Sorge una questione: perché, se l’Italia è un Paese laico che accetta tutte le confessioni religiose, ci si scontra per la presenza del crocifisso e non anche per simboli di altre religioni? La risposta a questa domanda a trabocchetto non è affatto di natura religiosa, ma culturale, perché l’Italia, così come il resto dell’Europa, è culturalmente un Paese cristiano! Tutto il nostro sapere, la nostra cultura letteraria e artistica, fonda le proprie radici nel cristianesimo e questo è un dato innegabile e incontrovertibile! Chi lo nega o lo sminuisce, tenta di sotterrare e distruggere la nostra stessa identità! Come sarebbe possibile, senza il cristianesimo, avere nel nostro bagaglio culturale le opere letterarie di Dante o del Manzoni? Oppure i capolavori di Michelangelo o di Leonardo? Benedetto Croce, non credente, ma realmente intellettuale, disse: “Non possiamo non definirci cristiani”.
Senza aver ben presenti le nostre radici storiche e culturali cristiane, neghiamo la nostra stessa identità e non siamo e non saremo in grado di accogliere culture diverse dalla nostra, di interagire con esse, ma ne verremmo inesorabilmente schiacciati, poiché non si tratterebbe più di uno scambio culturale alla pari, ma gli altri popoli avrebbero un’identità da importare qui e noi non saremmo più nulla dinnanzi alle altre culture.
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