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L'INFORMATICO SUGGERISCE

INAD: il domicilio diventa digitale

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Giovanni Angelo Pinna

«Chi si è registrato con il proprio indirizzo PEC sul sito, domiciliodigitale.gov.it, riceverà le comunicazioni della PA aventi valore legale direttamente nella sua casella di posta elettronica certificata. Chi non lo ha fatto continuerà a ricevere le raccomandate in forma cartacea».

Questo è l’avviso dell’Agenzia Nazionale per l’Italia digitale con il quale, a decorrere dal 06/07/2023 scorso, ha inaugurato il nuovo servizio per tutti gli italiani: il dominio digitale.

Studiato anche per combattere l’uso della carta, il programma, fortemente voluto dall’Unione Europea, fa parte del più ampio percorso verso la digitalizzazione dei Paesi. L’obiettivo per il 2030, infatti, riguarda la totale digitalizzazione, al 100%, dei servizi pubblici, la sicurezza e sostenibilità delle infrastrutture digitali, l’aumento delle competenze, la trasformazione digitale delle imprese, l’incremento dei diritti digitali della singola persona (tra cui la partecipazione, solidarietà e inclusione).

Il dominio digitale, il cui acronimo è INAD, è ormai entrato nel vivo del Paese, pur rimanendo il suo utilizzo facoltativo, anche se fortemente consigliato offrendo moltissimi vantaggi per tutti (si pensi, ad esempio, al problema delle “fastidiose” cartoline di giacenza di raccomandate, oppure al deposito di atti presso la Casa Comunale per irreperibilità del destinatario della comunicazione).

Grazie a questa novità, già consultabile da tutti attraverso l’area pubblica del sito governativo (ad oggi si contano circa 3 milioni di iscritti al servizio), le Pubbliche Amministrazioni potranno inviare comunicazioni, aventi valore legale, direttamente al domicilio digitale del destinatario con la stessa valenza di una raccomandata (verbali vari, sanzioni amministrative e violazioni, atti giudiziari, cartelle esattoriali sono solo alcuni esempi e, i documenti inviati, saranno subito consultabili dal cittadino).

Per accedere a questo servizio sono state definite pochissime regole e requisiti che bisogne rispettare per eleggere il proprio domicilio digitale (che assumerà priorità rispetto a quello fisico): l’interessato dovrà essere dotato di una casella di posta elettronica certificata e di una identità digitale (SPID, CIE, CNS). Si potrà usufruire del servizio solo in questi casi: per il privato se ha raggiunto la maggiore età, per i professionisti se svolgono attività non organizzata in ordini, albi o collegi e per gli enti di diritto privato se non tenuti all’iscrizione nel registro INI-PEC.

Un altro vantaggio, questa volta per la Pubblica Amministrazione, oltre all’evidente risparmio di carta (un piccolo Comune, ogni anno ad esempio, spende circa 2.000,00 euro per acquistare risme di carta, senza parlare dei costi, delle varie Gare d’Appalto, per affidare i servizi di stampa, consegna e recapito di atti vari) è quello di potersi dotare di un sistema di comunicazione centralizzato, più efficiente, automatizzato e certamente più sicuro del “metodo cartaceo”.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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