Oggi parlerò delle “farfalline del cibo”.
Si tratta di insetti alati che infestano le derrate alimentari, appartengono all’ordine dei Lepidotteri, classe Insetti, famiglia Pyraliodea, che include, tra le altre, le specie Ephestia kuehniella o Tignola grigia della farina e Plodia interpunctella o Tignola fasciata del grano.
Ephestia kuehniella o Tignola grigia della farina.
Si trova soprattutto nei molini e le larve si nutrono di farina e semola; si sviluppa su paste alimentari, biscotti, pane secco, frutta secca, cacao e tavolette di cioccolato. Le femmine depongono 100-400 uova, l’incubazione dura 3-8 giorni; le larve producono abbondanti bave sericee, maturano in 3-4 settimane e lo sfarfallamento dell’adulto avviene 1-2 settimane dopo l’incrisalidamento.
Plodia interpunctella o Tignola fasciata
È considerata la più comune tignola delle derrate ed è responsabile di circa il 90% delle infestazioni da lepidotteri. Si trova nei sili, magazzini, locali di lavorazione, punti vendita e nelle dispense familiari. Si nutre di farina, semola, riso, biscotti, pane, frutta secca, semi, ecc… La femmina depone 150-400 uova, l’incubazione dura 3-14 giorni. La larva raggiunge la maturità da 3 settimane a 10 mesi e a maturità abbandona la derrata per impuparsi altrove. Lo stadio di crisalide dura 10 giorni.
Quali sono i danni provocati dalle Tignole?
I danni sono attribuiti alle larve che consumano le derrate e contaminano gli alimenti producendo bave sericee, escrementi, esuvie, bozzoli. La contaminazione è disgustosa alla vista, ma possono esserci attacchi iniziali con contaminazione modesta. Le infestazioni causano allergie per contatto, inalazione o ingestione a carico sia dei lavoratori sia dei consumatori. Le larve possono perforare gli imballaggi con il loro apparato boccale per arrivare all’alimento o per allontanarsene una volta raggiunta la maturità.
Come si possono combattere le Tignole?
Occorre adoperare buone norme di prassi igienica degli ambienti in cui gli insetti vivono e si sviluppano; sistemare rimanenze alimentari tipo farina, pasta, riso, biscotti e isolarle in contenitori ermetici di plastica o vetro. Le tarme alimentari possono venire introdotte nelle abitazioni con derrate già infestate, oltre alla loro capacità di volare, attratte da ambienti chiusi o richiamate da stimoli alimentari ed è sufficiente una modesta quantità di alimento per favorire piccole infestazioni che aumentano in caso di un’inadeguata conservazione alimentare o trascuratezza delle pulizie. Durante le ispezioni, in caso di infestazione, si notano bave sericee che sono emesse dalle ghiandole labiali delle larve sotto forma di liquido che si solidifica al contatto con l’aria trasformandosi in un caratteristico filo; costruiscono un bozzolo per ripararsi nello stadio successivo di crisalide. La seta altera le caratteristiche organolettiche dell’alimento. Le bave sericee danno luogo ad agglomerati con rosure, detriti, esuvie ed escrementi larvali sotto forma di sferette chiare. Per monitorare gli ambienti si possono utilizzare trappole adesive a base di feromoni sessuali femminili che hanno funzione di richiamo per i maschi ostacolando la loro riproduzione.
Continua nel prossimo numero.
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