di Gianni Vacca
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Continua senza soluzione di continuità nella più completa indifferenza delle istituzioni la lenta ma inesorabile agonia della Chiesa Santa Barbara di Ingurtosu. Gli ultimi temporali della stagione che ne hanno ulteriormente sgretolato la protezione del tetto rischia così di essere il colpo mortale per quello che è considerato tutt’ora il monumento simbolo della borgata mineraria. Finora inascoltate le innumerevoli voci di protesta di tantissimi cittadini nati, vissuti o in qualche maniera legati nei ricordi al villaggio minerario. Rimostranze che vanno ormai a sbattere impietosamente contro l’assordante e colpevole silenzio di cui si sono rese colpevoli le istituzioni, in primis quelle locali incapaci, tra l’altro, di utilizzare la somma di 150.000 euro messa a disposizione e finanziata nel novembre del 2018 dalla Regione Sarda destinata alle opere di ripristino e agibilità del luogo di culto.
I fatti.
Nel marzo del 2018 la Chiesa venne interessata da una violenta tromba d’aria che ne scoperchiò il tetto provocando ingenti danni. Danni che interessarono la struttura portante della copertura in legno e dei sottostanti controsoffitti affrescati. L’allora giunta comunale guidata dal Sindaco Antonello Ecca si attivò immediatamente e a distanza di pochi mesi venne approvato il progetto di fattibilità redatto dallo stesso Ufficio Tecnico per mano dell’ ing. Alessandro Pani che ne quantificò il costo per l’importo di 210.000 euro coperto per 150.000 dal finanziamento regionale, per 50.000 attraverso l’assunzione di un mutuo e per i restanti 10.000 euro con un contributo concesso a favore dell’Amministrazione Comunale di Arbus dalla Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara. Nel settembre del 2020 venne approvato il progetto definitivo e nel gennaio del 2022 l’allora sindaco Andrea Concas firmò un’ordinanza sindacale per “La messa in sicurezza delle volte attraverso interventi urgenti di impermeabilizzazione della copertura”. Da allora nessun intervento anche di sola messa in sicurezza è stato effettuato. L’ordinanza sindacale finisce nel dimenticatoio, la richiesta del mutuo non attivata. Perché come dichiarato dall’attuale sindaco Paolo Salis in una intervista fa rilasciata esattamente un anno fa alla testata on line “SardingtonPost”: “La scelta di non accendere nuovi mutui è una politica che porto avanti dall’amministrazione 2010-2015. Un mutuo toglie la possibilità di programmazione futura: cercheremo le risorse diversamente, attraverso finanziamenti regionali e interrogheremo anche la Curia, senza chiedere ulteriori sacrifici al bilancio”.
Conclusioni.
E’ chiaro ci troviamo davanti a un’impasse a una cattiva gestione di un bene pubblico di straordinaria valenza monumentale che il comune che ne era proprietario cedette nel 2001 alla Parrocchia Beata Vergine Regina. La domanda sorge spontanea: Che fine hanno fatto i 150.000 euro finanziati dalla regione e i 10.000 euro della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara? Perché questo immobilismo che per certi versi sembrerebbe avere carattere “vendicativo” nei confronti della frazione e per un simbolo che da oltre un secolo caratterizza la storia mineraria della nostra comunità? Quali sono le iniziative e gli interventi che l’Amministrazione Comunale guidata da Paolo Salis intende porre in essere? L’abbiamo chiesto al Sindaco ma dopo una sua prima disponibilità a fare il punto sull’attuale situazione e prospettive future, lo stesso successivamente di fatto ha declinato l’invito.
Fortemente voluta da Lord Thomas Alnutt Brassey che ne commissionò i lavori nel 1914, la Chiesa dedicata a Santa Barbara, Santa protettrice dei minatori, venne realizzata in soli due anni e consacrata e inaugurata da Monsignor Emanueli il 21 maggio del 1916.
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