di Sandro Renato Garau
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La splendida cattedrale romanica dell’antica diocesi di Dolia, oggi concattedrale dell’arcidiocesi di Cagliari dedicata a san Pantaleo, ha accolto il concerto di Musica Sacra proposto dal Coro e dall’Orchestra del DoliArte Music Festival diretto dal maestro Francesco Mancuso.
L’orchestra da camera, tre primi violini, tre secondi violini, due viole, un violoncello, un contrabasso, un oboe, una tromba e l’organo del DoliArte Festival, composta da musicisti professionisti provenienti da varie zone della Sardegna ha accompagnato in modo magistrale i brani proposti.
I brani proposti sono stati: “Adeste Fideles” nella sua versione strumentale, con il quintetto d’archi, organo e soli, oboe e tromba; il” Salve regina in la minore” di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) eseguito dal soprano Alice Serra, accompagnata dal quintetto d’archi e dall’organo, il “Gloria RV 589” di Antonio Vivaldi e, in chiusura “l’Ave verum” di Mozart diretti dal maestro Francesco Mancuso.
Il concerto è stato il frutto di un laboratorio durato quattro mesi, incentrato sullo studio del “Gloria RV 589” di Antonio Vivaldi e ha coinvolto ventotto coristi provenienti da alcuni cori polifonici di Cagliari e dintorni, Dolianova e “Incantu de coro” di Guspini. Sette soprani, undici contralti, sei tenori e quattro bassi hanno seguito per alcuni mesi le lezioni, nella lettura dei testi, del soprano Alice Serra, le armonizzazioni dal maestro Boris Smocovich e le prove generali dirette Francesco Mancuso.
Un coro composto da uomini e donne appassionati di musica con esperienze più o meno lunghe in altri cori.
Il “Gloria” è stato il momento centrale, quello più complesso e completo dell’esibizione; il coro, l’orchestra, i solisti Alice Serra e il contralto Federica Moi con il Direttore Francesco Mancuso hanno dato il meglio di se stessi di fronte ad un pubblico numeroso, competente e partecipe.
La cattedrale romanica di san Pantaleo ha accolto la musica barocca di Vivaldi. Le note del “Gloria” si sono sparse tra l’abside, le tre navate e gli archi di pietra arenaria del monumento riservando al folto pubblico emozioni e plasmando quell’armonia che solo la grande musica sa dare. Chi crede forse si è avvicinato a Dio, chi non crede non può non aver goduto di tanta bellezza e riconciliarsi con mondo.
Il Maestro Mancuso, all’inizio del “Gloria” ha chiesto al pubblico la cortesia di non applaudire dopo ogni brano, così è stato. Il silenzio, per oltre mezz’ora, si è impossessato delle tre navate e il coro, accompagnato dall’orchestra ha iniziato la sua esibizione con il “Gloria in excelsis” e chiudendo con “Cum Sancto Spiritu”.
Alla fine gli applausi sono scrosciati calorosi per alcuni minuti trascinando tutti in un bel momento di entusiasmo.
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