di Rinaldo Ruggeri
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Evocherò il fantasma di Mao, per ricordare, con uno dei suoi aforismi, che: “I reazionari sono degli stupidi, sollevano le pietre sopra la testa per poi lasciarsele cadere sui piedi”.
La tentazione di assimilare la figura di Putin a uno dei tanti reazionari della massima di Mao, è forte. Infatti, l’invasione dell’Ucraina non risponde a nessuna logica intelligente dal punto di vista politico.
La Russia attuale, rispetto all’impero zarista e alla stessa Unione Sovietica, pur avendo perso alcuni Stati, per un processo d’indipendenza di questi, rimane, per dimensioni, il paese più grande della terra.
Sempre, la Russia attuale può vantare un’enorme quantità di risorse naturali, più che sufficienti per il fabbisogno nazionale e per soddisfare una grossa esportazione.
La guerra, comunque la si rigiri, oltre a essere un’azione crudele, renderà la Russia sempre più isolata e meno potente come Stato.
La bomba atomica, i missili, i carri armati, possono essere un deterrente verso gli altri Stati, ma non creano consenso.
Alla Russia non mancano le armi, manca altro.
Quello che manca alla Russia, come mancava all’ex Unione Sovietica, è una tecnologia sviluppata e la capacità diffusa di usarla.
Questa capacità è un processo culturale lungo che si acquisisce con gli scambi di ogni genere e non con le chiusure autarchiche, tipiche di una cultura dispotica, che fonda il potere sulla forza delle armi e non sull’egemonia culturale.
La crisi dell’Unione Sovietica prima e della Russia poi, non si può sempre imputare alla malvagità dell’imperialismo americano, che pure gioca il suo ruolo, ma alla degenerazione politica e culturale del Cremlino.
Ormai, in Russia la corruzione si è insinuata nei gangli del potere politico e amministrativo sia periferico, sia centrale, e ha raggiunto dimensioni e costi non più contenibili. In questo contesto, il popolo ha perso tutte le vecchie garanzie Sovietiche che rendevano la vita vivibile, mentre, ora, una piccola élite guazza nell’oro. Ex dirigenti comunisti, laici, atei; oggi, si genuflettono di fronte alle icone dei santi Cristiano Ortodossi e diventano, come i neo fascisti italiani e di tutto il mondo, i paladini della famiglia, della religione e di tutto quell’armentario di riti, litanie e di cerimonie pompose.
Nella pratica quell’imperialismo americano che si vuole combattere, di fatto, lo si sostiene con tutte una serie di scelte politiche.
L’immagine degli Usa, come patria delle libertà, in questi ultimi decenni, si è un po’ offuscata, nonostante uno stuolo d’intellettuali, artisti e scienziati di fama internazionale le diano lustro.
Il mondo democratico è consapevole, al di là degli esiti elettorali, che esiste un’America profonda bigotta e razzista che perora svolte reazionarie, e incalza il gruppo dirigente statunitense a perseguire quella via. Trump, non è piovuto dal cielo, è il prodotto dell’America reazionaria che è presente, armata e aggressiva che non si vergogna di sparare sulle persone di colore e di assaltare il tempio della democrazia americana, il Campidoglio.
Putin, che acume politico! Si allea con Trump e i suoi rivoltosi.
Come sosteneva Mao: ha sollevato la pietra per farsela cadere sui piedi
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