di Antonio Begliutti
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In tutta Europa è allarme demografia. Con la diminuzione della popolazione, ci saranno effetti negativi anche sul mercato del lavoro.
Le previsioni dei prossimi anni evidenziano l’urgenza in tutta Europa, e quindi anche in Italia, di dover far fronte alla mancanza di risorse lavorative per soddisfare le richieste di lavoro delle imprese.
Se lo sguardo si sposta all’intero pianeta, ci si accorge che la popolazione anziana è in continuo aumento mentre le nascite hanno smesso di crescere. Se infatti, fino a qualche decennio fa, il numero medio di figli per donna era attorno o superiore a 5, attualmente è meno della metà. La grande maggioranza dei Paesi mondiali presenta oggi una fecondità inferiore a 2, quindi insufficiente a garantire il ricambio generazionale.
Significativo è quanto accaduto in Cina, dove dalla paura per una fecondità troppo elevata, che determina una crescita sostenuta della popolazione, si sta oramai passando alla preoccupazione per una nascita troppo bassa, che comporta conseguenze negative anche nel modo dell’economia e delle imprese.
LA POPOLAZIONE EUROPEA
Il dato diventa ancora più preoccupante se si pensa all’invecchiamento della popolazione in Europa. Infatti, dei dieci Paesi al mondo con il maggior numero di persone centenarie, tre sono europei: la Francia, l’Italia e la Spagna.
L’incremento dell’età media inciderà sulla crescita dei costi sanitari e quindi dell’intera spesa pubblica.
Il calo della popolazione sarà costante nei prossimi anni. La conseguenza della diminuzione della popolazione avrà effetti politici, economici e sociali.
LA NATALITA’
Ad influire sull’andamento della popolazione sicuramente è l’aspetto relativo alla natalità. Invero sono sempre più numerosi i giovani che non desiderano avere figli. La voglia di libertà, la paura del futuro e il timore di fallire, influiscono sulla scelta dei giovani.
Purtroppo anche le politiche di natalità non stanno influendo positivamente sui cambiamenti dei comportamenti dei giovani.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
L’Italia potrebbe perdere quasi 8 milioni di lavoratori da qui al 2050. Uno studio recente sostiene che per contrastare il declino demografico, si dovrebbero accogliere 280mila stranieri all’anno. Considerato il flusso migratorio esistente nei paesi africani e asiatici, la soluzione appare semplice ma si scontra con la paura di una grande sostituzione della popolazione locale, quella italiana, con quella immigrata.
La scelta è molto delicata, ed è già stata affrontata da diversi paesi europei, come la Germania, la cui accoglienza di nuovi immigrati e uno sforzo maggiore di integrazione degli stranieri è già avvenuto di recente.
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