di Gian Paolo Pusceddu
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Caro Gesù Bambino, è la prima volta che ti scrivo. In tanti anni, in questa santa e lieta occasione, ho sempre scritto a Babbo Natale. Perché quest’anno mi rivolgo a te? Perché solo tu puoi fare miracoli. È vero che le cose terrene poco ti interessano, ma una volta tanto ascolta un “povero Cristo” che è stanco delle angherie della classe politica italiana. Forse chiedo troppo e anche per te diventa difficile “rinfrescare” le idee a tutti gli ipocriti e i quaquaraquà della politica. E ti chiedo venia se solo ora mi rivolgo a te per lamentarmi anche se per decenni la nostra repubblica è stata devastata, derubata, calpestata da quel manico di manigoldi.
Di certo avrai sentito parlare dei privilegi di ogni genere che usufruisce la nostra classe politica (scusami ma solo pensarci mi viene il voltastomaco). Per noi hanno inventato anche il redditometro e lo spesometro per controllarci ogni movimento che possa sconfinare dalla legalità mentre loro sguazzano nel lusso e nella lussuria. I pochi soldi delle pensioni li hanno voluti sotto controllo imponendoci il conto corrente bancario per mille euro, mentre i loro conti li hanno ben protetti all’estero. Ci promettono cose che non son riusciti a fare in decenni. Ci prendono per fessi. La verità è che al governo centrale e ai governanti di via Roma e viale Trento, a Cagliari, non gliene può fregar di meno se i nostri figli emigrano per fare i camerieri o i cuochi anziché essere nel loro paese che dovrebbe vivere solo e esclusivamente di turismo. Hanno costruito fabbriche di disoccupati e creato strutture per politici trombati.
Natale sarà una festa triste per la maggior parte degli italiani e non solo a causa del Coronavirus, mentre nei palazzi del potere arriveranno altre prebende camuffate, e le loro tavole saranno imbandite come sempre alla faccia del povero calpestato e trattato pure da evasore fiscale.
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