La politica ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. La politica oggi altro non è che il gioco delle parti, dove non c’è differenza tra credi e interessi. La corruzione dilaga a tutto campo e interessa sia la destra sia la sinistra, perché non hanno più qualità e dignità. Ciò che colpisce, però, è il fatto che non si riesce più a smuovere in maniera pratica ed efficace la maggioranza degli italiani. Non c’è reazione adeguata all’arroganza degli illeciti privilegi feudali che la rappresentanza politica italiana riesce a garantirsi. Non siamo in piazza indignati, sebbene manifestare sia un diritto. Perché? Stiamo ancora troppo bene? Soffriamo di letargia? Quando ci sveglieremo quanta energia ci vorrà per rimediare? La politica è un gratta e vinci e, già che parliamo di giochi, sono stati legalizzati nel silenzio assenso i giochi d’azzardo. Manca solo la prostituzione: quella intellettuale è già legale. Così lo Stato di diritto si è trasformato nello Stato – padrone – politico, che si prende vite, cervelli, scaricandone altre ai margini della società. Il generale oscuramento ricade sulle pubbliche istituzioni e i cosiddetti uomini politici, che contribuiscono a diffondere l’idea di noi cittadini come “parassiti e insensibili”.
Gian Paolo Pusceddu
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