Anche il sindaco Maurizio Onnis, dopo le dichiarazioni del direttore Francesco Lo Sardo, esprime la sua posizione alla luce del nuovo decreto sicurezza su quelli che potrebbero essere gli sviluppi della questione dei migranti accolti nella struttura. «Innanzitutto», afferma Onnis, «ci tengo a sottolineare che le persone ospiti del centro hanno instaurato un buon rapporto con la nostra comunità: negli ultimi anni, dopo qualche spiacevole episodio accaduto durante i primissimi tempi dell’apertura, non si sono più verificate situazioni di emergenza o fatti di grave entità. Sono più allarmato, invece, per quelle che potrebbero essere le conseguenze che ne deriveranno con le nuove direttive ministeriali che sembrano indirizzate a rendere più tortuoso il cammino che porta all’integrazione».
Il divieto d’iscrizione all’anagrafe, fra le nuove regole, quella su cui Maurizio Onnis punta maggiormente il dito. «Questo renderà molto difficile trovarsi un’occupazione», spiega il sindaco, «Il richiedente asilo, inoltre, non compare più nelle liste dei centri per l’impiego: ciò scoraggerà i datori di lavoro dall’avviare pratiche d’assunzione già complicate e che adesso si complicheranno ancora di più. Tale divieto, infine, renderà più difficile ottenere cure mediche adeguate: il richiedente asilo avrà quelle urgenti ed essenziali, ad esempio l’assistenza di pronto soccorso e le vaccinazioni, ma dovrà rinunciare a qualsiasi esenzione e pagarsi, per esempio, una radiografia o una visita specialistica».
Altri cambiamenti ruoteranno su alcune nuove convenzioni che cambieranno gli scenari attuali: «Con le prossime convenzioni» spiega Onnis, «le prefetture non imporranno più alle cooperative di gestione dei Cas l’assunzione di figure fondamentali, come l’insegnante di lingua. Questo significherà togliere ai richiedenti asilo un basilare strumento sulla strada dell’integrazione. Sempre con le prossime convenzioni, la base d’asta per le cooperative non sarà più di 35 euro al giorno: questo scoraggerà i gestori dal partecipare alle gare e avrà come risultato più evidente il far lavorare male anche le cooperative che oggi lavorano bene. Queste sono solo alcune delle considerazioni sulle nuove regole imposte dal decreto sicurezza: ne sto infatti lasciando altre più delicate come l’abolizione del permesso umanitario, lo svuotamento degli Sprar, la dismissione in strada di migliaia d’individui. Nel complesso ritengo si tratti di misure fortemente discriminatorie, che abbattono per il migrante la possibilità di costruirsi una vita qua. Anzi, sembrano assemblate proprio con l’obiettivo di spingere i richiedenti asilo ad andarsene il più velocemente possibile. In breve, tradiscono il compito dello Stato democratico che è quello di ampliare diritti e libertà e non certo ridurli».
Simone Muscas
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