Come stabilito dall’accordo con la polizia locale, dal 15 giugno fino al 30 settembre le due postazioni di vedetta della protezione civile saranno attive per vigilare e preservare il territorio dalla minaccia degli incendi che, come ogni anno, si sviluppano prevalentemente nel periodo estivo. Per otto ore al giorno, a vigilare dalla postazione di Monreale ci sono i volontari che fanno a turno, mentre da quella montata sulla collina che sovrasta il paese, su un terreno di proprietà comunale in località “Pranu Cuaddu”, c’è Guenda, una ragazza di Masullas che sta facendo il servizio civile e che ogni giorno presta i suoi occhi per individuare possibili focolai.
La certezza di interventi efficaci è garantita dalla presenza di ricetrasmittenti sia in ogni postazione di guardia, sia all’interno dei mezzi di trasporto utilizzati, che a Sardara sono tre: uno messo a disposizione dalla Regione, uno dal Comune ed il terzo di proprietà dell’associazione stessa. «In questo modo tutti sanno subito ciò che accade e si può agire con tempestività, nonostante noi dobbiamo comunque essere autorizzati ad intervenire dal centro operativo della provincia di Cagliari, poiché il tutto è gestito a livello centralizzato», spiega il presidente dell’associazione Salvatore Garau, che illustra anche quali sono le peculiarità dei compiti che l’associazione svolge ogni giorno. Le zone controllate sono quella di Monreale: «Il volontario fa il giro del castello ogni mezz’ora, in modo da sorvegliare da tutte le parti» e quella che dalla collina si estende a tutto il paese, includendo anche la parte di Riu.
A supporto per eventuali interventi gravi ci sono poi la base aerea di Olbia e tre basi di elicotteri, quella dell’aeroporto Oristano-Fenosu e due a Cagliari. Anche quest’anno la protezione civile usufruirà di un contributo comunale di 15mila euro per fare fronte alle spese a sostegno non solo della prevenzione degli incendi, ma anche per la tutela dell’ambiente, in occasione di calamità naturali e per altri eventi di interesse pubblico di qualsivoglia natura.
Manuela Corona
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