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DICO LA MIA

La Sardegna attende ancora il cambiamento

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di Lorenzo Argiolas
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Sono trascorsi i primi sei mesi della nuova Giunta Regionale sarda guidata da Alessandra Todde, e si può già tracciare un primissimo bilancio, non esaustivo, sull’operato politico della prima donna Presidente della Regione Autonoma e della sua maggioranza.

È sotto gli occhi di tutti: la Sardegna sta attraversando uno dei momenti più drammatici della sua storia, con attacchi continui non solo all’autonomia, ma anche al benessere sociale, economico e ambientale dell’isola. La Presidente Todde sembra però focalizzata solo ed esclusivamente sulla politica italiana. L’autonomia differenziata, approvata di recente, è sicuramente una misura da contrastare, ma non nei modi e nei toni con cui lo stanno facendo le opposizioni parlamentari, con continui riferimenti a una presunta unità nazionale e che non mettono in discussione il centralismo statale. In tutto ciò si sta trascurando la necessità di riscrivere e potenziare lo Statuto Speciale della Sardegna, fermo dal 1948 e in gran parte inapplicato. Il nostro Statuto oggi ha bisogno di essere aggiornato per riflettere le esigenze attuali dell’isola e dei suoi abitanti.

Una delle principali criticità attuali riguarda la risposta alla speculazione energetica. Comitati, associazioni e singoli cittadini da anni chiedono una regolamentazione a fronte di un vero e proprio assalto che sta stravolgendo l’assetto territoriale della nostra isola. Il Consiglio Regionale ha varato la legge n. 5/2024 “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali”. Tuttavia, a leggerla bene, questa normativa appare debole e rischia di essere impugnata dal governo centrale. Questo potrebbe esporre la Sardegna a un’invasione energetica maggiore di quanto non stia già avvenendo, danneggiando il tessuto sociale e produttivo dell’isola. La transizione energetica ed ecologica, che non è più rimandabile, è una questione complessa e necessita di soluzioni chiare e non ambigue, evitando una polarizzazione del dibattito.

In materia di sanità, la gestione della giunta Todde non ha ancora prodotto risultati tangibili. Si parla di una nuova, ennesima, riforma sanitaria nonostante durante la campagna elettorale fosse stato promesso che non ce ne sarebbe stata un’altra. Le continue modifiche al sistema sanitario regionale rischiano di creare confusione e inefficienza, piuttosto che migliorare il servizio per i cittadini. Insomma, ancora non si vedono gli effetti della cura dell’Assessore Armando Bartolazzi, ancora ben lontano dall’essere il Rombo di Tuono della sanità sarda.

Un’altra decisione controversa è stata l’approvazione della privatizzazione degli aeroporti sardi, contrariamente a quanto detto in campagna elettorale, ancora una volta. Questa mossa solleva preoccupazioni riguardo alle future conseguenze sull’accessibilità e sull’economia locale. La Regione dovrebbe partecipare a quest’operazione con una quota irrilevante. Ancora una volta si lascia in mano un bene pubblico a un monopolio di privati, capitanati dal fondo d’investimento F2i.

Infine, è stata approvata dal Consiglio, all’unanimità, una nuova legge sulla razionalizzazione e il contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione. In sintesi la legge significa un ulteriore incremento dei fondi ai gruppi consiliari. Come se già non fosse bastata la sfilza di nomine tra i collaboratori, in continuità con la “Legge Poltronificio” del 2021.

La Sardegna ha bisogno di un governo che affronti con decisione le sfide dell’autonomia, della speculazione energetica, della sanità, dell’economia, dei trasporti e non solo. Certo, la situazione ereditata non era delle migliori, ma il cambio di passo ancora non si vede. È tempo che la giunta Todde dimostri di essere all’altezza delle aspettative e delle necessità di tutti i Sardi, e che lo faccia subito.

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