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Economia & Lavoro

La scommessa “green” di una famiglia di Assemini

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Marito, moglie e figlia hanno investito un anno fa nell’allevamento di lumache e questa primavera si preparano alla prima vera raccolta. Hanno intrapreso una vera e propria scelta di vita. Trasferirsi dalla città (Cagliari) alla campagna (Assemini) per poi decidere di unire l’utile al dilettevole e avviare un allevamento di lumache. Questa la scommessa di una famigliola composta dai coniugi Roberto Turis, la moglie Rita Sias e la figlia Stefania che hanno così creato la società “La chiocciola asseminese”. Nel 2005 il trasferimento dei tre in campagna, località Sa Cannada, poco a ridosso della 130, per allontanarsi dalla vita cittadina. Addio rumori, addio problemi di parcheggi, addio traffico: è la vita di campagna che li affascina e li attrae. Poi la scommessa di investire tutte le loro risorse economiche in un allevamento di lumache decidendo di acquistare il terreno confinante fino ad arrivare a una proprietà di circa 7 mila metri quadrati. Il tutto per seguire un business che vede la Sardegna grande consumatrice di chiocciole con il 60 per cento del prodotto però importato da Tunisia, Algeria, Marocco e Spagna. Se tanto è il fabbisogno locale, perché non produrle nel nostro giardino? Si è chiesta la famigliola. Già, perché no? <Premesso che noi tre abbiamo tutti un proprio lavoro>, chiarisce  Rita Sias che nella vita fa la contabile, <ci affascinava comunque la possibilità di avere una nostra propria attività, di metterci in gioco, di vivere ancora di più a contatto con la Natura>. L’incontro con l’Istituto italiano Elicicoltura di Cherasco, in provincia di Asti, apre nuovi orizzonti e infonde fiducia sulla scelta inizialmente intrapresa appena nel maggio del 2017. <A Cherasco gratis ci hanno analizzato la terra, fornito un corso di allevamento e tutt’ora ci seguono spiegandoci, insomma, come fare questo tipo di attività>, rivela Roberto Turis. E così si è deciso di iniziare con i lavori realizzando “vasche” delimitate dove coltivare ortaggi necessari per l’allevamento delle lumache. Un investimento familiare di circa 16 mila euro necessari a realizzare 12 recinti per un totale di quasi 2 mila metri quadrati su un terreno complessivo di 7 mila e 500 dove si riproducono le “helix aspersa” altrimenti dette da noi “boverisi”.

Un piatto prelibato delle nostre tavole dove al market raggiunge prezzi fino a 18 e più euro il chilogrammo. Una volta a regime, l’allevamento può raggiungere cifre davvero considerevoli anche escludendo la produzione della “bava” della lumaca impiegata in medicina e cosmesi. Ma se questo tipo di allevamento è tanto redditizio, perché in Sardegna pure con un clima caldo umido favorevolissimo il suo sviluppo non attecchisce? <Bisogna mettere in conto come l’investimento che può raggiungere complessivamente i 40 mila euro se non si dispone già di un terreno>, sottolinea ancora Rita Sias, <comincia a diventare davvero redditizio economicamente dopo due anni>. Per loro il primo “raccolto” è previsto tra giugno e luglio e il successivo tra novembre e dicembre. In un mercato che aspetta avidamente il prodotto locale e con i produttori senza l’ansia di trovarsi con prodotto invenduto. “Per un accordo già fissato con l’Istituto italiano Elicicoltura di Cherasco “ conclude Rita Sias, “tutto il prodotto che non dovessimo vendere nel mercato locale verrebbe da loro acquistato”. Garantendo quindi la totale commercializzazione del prodotto finito. Ma loro, la famigliola trasferita da Cagliari a vivere in campagna, la scommessa, l’hanno comunque già vinta ogni giorno risvegliandosi e guardando ogni mattina la campagna circostante. E che sia sole, nuvoloso, pioggia è sempre una vittoria.

Gian Luigi Pala

RIPRODUZIONE RISERVATA
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