REDAZIONE
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La sezione zonale dell’Anppia – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti – con sede in Via Mazzini 42 a Guspini, presieduta dal segretario Paolo Concas, ha celebrato il 25 Aprile 2024, giorno della Liberazione, con tre diversi incontri svoltisi ad Oristano e provincia nel corso del mese di aprile.
Il sabato 13 a Simala c’è stato il primo convegno dedicato alla figura di Costantino Nivola, artista di fama mondiale ed antifascista convinto.
Organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la biblioteca del centro dell’oristanese è stato presentato il libro “Costantino Nivola. Un artista contro il regime fascista”, edito dall’Anppia Sardegna e scritto da Lorenzo Di Biase, dirigente regionale e nazionale dell’associazione su citata. Presenti per l’amministrazione comunale il sindaco di Simala Gianmarco Atzei e l’assessora alla cultura Valeria Pala; per la sezione di Guspini i dirigenti Francesco Lisci e Mariano Cadeddu i quali hanno omaggiato ai partecipanti il libro oggetto del convegno, mentre per implementare la dotazione libraria della biblioteca hanno donato numerosi libri sull’antifascismo. Ha dialogato con l’autore la bibliotecaria Simona Manias. Dopo gli interventi di saluto delle autorità cittadine la Manias è subito entrata nel vivo del libro dedicato a Nivola ponendo diverse domande all’autore. Durante il dialogo con Simona Manias il prof. Lorenzo Di Biase ha illustrato ciò che accadde nell’estate del 1938: la pubblicazione del “Manifesto della razza” firmato da dieci così detti scienziati i cui nomi sono Lino Businco, Lidio Cipriani, Arturo Donaggio, Leone Franzi, Guido landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Sabato Visco ed Edoardo Zavattari; l’uscita della rivista “La difesa della razza” diretta da Telesio Interlendi, obbligatoriamente divulgata in tutte le scuole del regno con l’obbligo di darne lettura in classe, la pubblicazione di un altro documento a supporto del Manifesto firmato da oltre 300 personalità dell’epoca il cui primo firmatario era Benito Mussolini. Tutto ciò per preparare il popolo alle leggi razziali che videro la luce a partire dall’autunno del ’38 dopo che il Gran Consiglio del Fascismo, organismo a capo del partito nazional fascista aveva deliberato sul concetto della “Razza ariana italica”. I cittadini presenti sono stati sbalzati nel tempo, a ritroso, ed ascoltando le vicissitudini dell’artista sardo e di sua moglie Ruth Guggenheim di razza ebrea, hanno potuto ben capire la rozzezza e la vergogna delle leggi razziali. Da Orani paese di nascita a Monza per motivi di studio dove conosce Rita che in seguito convolerà a nozze. Poi assunto all’Olivetti a Milano. I coniugi scappano dall’Italia perché capiscono la pericolosità delle leggi razziali essendo sua moglie ebrea e si rifugiano a Parigi ove venendo in contatto con l’esule Emilio Lussu e con la Concentrazione Antifascista parigina. Infine, ripara in America dove si stabilisce definitivamente. Una storia di antifascismo, di lotta, di fuga, di speranza e di amore che ha catturato l’attenzione dei presenti. Al termine del convegno un gradito rinfresco offerto dagli amministratori comunali.
Il martedì 23 si è tenuto il secondo impegno, titolato “L’Antifascismo in Sardegna” presso la sede centrale di Via Lepanto a Oristano del Centro Permanente Istruzione Adulti – C.P.I.A. – n. 4 di Oristano.
All’incontro hanno partecipato tutti gli studenti del Centro, provenienti anche dalle sedi di Cabras, Samugheo e Terralba accompagnati dai loro docenti alla presenza della dirigente scolastica Carmensita Feltrin che è intervenuta per sottolineare l’importanza dell’incontro a completamento della preparazione attuata sull’argomento avvenuta in classe durante l’anno scolastico. Il prof. Lorenzo Di Biase incaricato di tenere l’intervento sul tema dell’antifascismo era accompagnato nell’occasione dal dirigente della sezione Antonio Dessì. La relazione del prof. Di Biase, incentrata sugli strumenti repressivi posti in essere dal regime fascista a partire dall’omicidio dell’onorevole Giacomo Matteotti del giugno del 1924 e dai diversi attentati subiti dal Duce del fascismo, ha visto anche l’illustrazione dei numerosi antifascisti sardi che a rischio della loro stessa vita hanno tentato di ostacolare il regime e per questo furono perseguitati: Pio Degioannis e Arturo Tuveri di Guspini, Don Giua di Benetutti, Costantino Nivola di Orani e Bonaventura Pinna di Arbus. Molti gli interventi dei discenti sia in lingua inglese che italiana i quali hanno letto diverse lettere di partigiane donne condannate a morte dai fascisti a dimostrazione del lavoro svolto in classe col coordinamento dei loro insegnanti. Anche in questa occasione l’ANPPIA di Guspini ha omaggiato ai partecipanti libri sul confinato Don Francesco Maria Giua e sull’artista oranese Costantino Nivola scappato in America per non essere perseguitato dal regime fascista.
Il venerdì 26 c’è stato l’ultimo appuntamento “Un 25 aprile a colori” nella sede del Coworking in via Vittorio Emanuele II n. 36 ad Oristano.
Organizzato dalla Cgil in collaborazione con la Scuola del Popolo il tema del 25 aprile è stato sviscerato con l’apporto in qualità di moderatore di Ivo Vacca animatore della Scuola del Popolo. Nell’ordine sono intervenuti la prof.ssa Maria Delogu che ha analizzato con l’ausilio di diverse slide alcuni articoli di giornale pubblicati il 26 aprile ’45 mettendoli poi a confronto con quelli editi nella stessa giornata del 2024. A questo intervento ha fatto seguito quello del prof. Lorenzo Di Biase vicepresidente regionale dell’Anppia che ha svolto la relazione su “Le microstorie dei perseguitati politici antifascisti in Sardegna”. Infine, il dirigente scolastico Pino Tilocca che ha tenuto l’intervento su “Come si parla del 25 aprile a scuola”. Trasmesso anche un contributo video del segretario della CGIL sarda Fausto Durante. Nell’occasione sono state raccolte le firme a supporto dei quattro referendum popolaripromossi dalla Cgil: “Per il lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro ci metto la firma”. La campagna referendaria decisa lo scorso 26 marzo dall’Assemblea generale della Cgil punta a cambiare, attraverso il referendum, alcune leggi “sbagliate”. Il lavoro deve essere tutelato, in quanto diritto costituzionale. Deve essere sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile, perché la precarietà è una perdita di libertà.
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