di Giovanni Angelo Pinna
_________________________________

Quando si pensa ad un’opera d’arte, ad esempio quelle di un pittore, si è soliti immaginare un artista in una stanza, ore ed ore davanti ad un cavalletto con una tela, pennelli ed altre attrezzature oltre chi gli immancabili colori che variano in base a quella che sarà la tipologia dell’opera.
Proprio grazie agli NFT (in inglese il non fungible token) ovvero quella speciale firma crittografica che va a definire l’univocità di un qualcosa nel mondo digitale, grazie alla caratteristica di questi “gettoni” del non essere intercambiabili, seppure in contrasto con altre tipologie di tecnologie digitali come ad esempio le criptovalute ed altri token di rete, anche il mondo dell’arte ha segnato un importante cambiamento e novità.
È successo con il caso del quadro di Banksy, il cui dipinto chiamato “Morons (White)” è stato letteralmente bruciato in diretta streaming. Acquistato da una società per la modica cifra di 95.000 dollari, la sua versione digitalizzata con tecnologia NFT, ne ha fruttato più del quadruplo.
Nulla, però, se si paragona questa vendita a quella che ha raggiunto quasi 70 milioni di dollari: è questo il caso dell’opera digitale “Everydays: The First 5000 Days”, un’opera che raccontare i primi 5000 giorni dell’artista, un collage digitale delle sue opere.
Grazie a questa tecnologia, una stampa che prima dello scorso ottobre era valutata al massimo 100 dollari, grazie a questa tecnologia, si è riusciti ad incassare una cifra da capogiro: l’artista Beeple si è così trovato catapultato nella top 3 degli artisti viventi di maggior valore.
Con questi token un acquirente non acquisisce i diritti sull’opera o la proprietà esclusiva di ciò che hanno acquistato, in loro rimane la consapevolezza che l’opera sarà più o meno facilmente replicabile ma che saranno loro a possederne l’unica vera copia digitale autentica.
L’NFT non è applicabile solo ad opere “statiche” ma può essere associato anche a video o animazioni (come ad esempio è capitato per un breve video di 10 secondi venduto per circa 6 milioni di dollari oppure una clip di LeBron James venduta per 100.000 dollari).
L’NFT fa affidamento sulla blockchain (un registro digitale, immutabile, composto da blocchi e che conserva tutte le informazioni riguardanti una transazione) per definire l’unica copia ufficiale del contenuto multimediale e ciò permette praticamente a tutti di poter vendere i loro contenuti digitali, anche per cifre da capogiro se si riesce a “sfondare” come per il caso di Beeple, anzi che continuare a renderli fruibili gratuitamente.
Sicuramente, questo nuovo concetto di mercato dell’arte, rappresenta anche una sorta di rivoluzione decisa dai creatori di contenuti digitali, persone che ad oggi venivano quasi tutti scartati proprio perché le loro opere erano sempre facilmente replicabili.
Altri, però, rimangono scettici su questo mercato vedendolo come un mix di gioco d’azzardo e collezioni di figurine.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento