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ATTUALITÀ

L’Estate sta arrivando

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di Antonio Obinu

Terminate le vacanze pasquali ed i ponti del 25 Aprile e 1° Maggio, gli interessi degli albergatori sono già rivolti alla imminente stagione estiva. Stando alle previsioni fatte dai siti specializzati del settore, circa il 50% degli intervistati sarebbe intenzionato ad organizzare viaggi brevi pianificati in ogni dettaglio. Il supporto preferito sarà sempre più la tecnologia facile da usare e utile per venire in loro soccorso nelle difficoltà a cui si va incontro più frequentemente quando si viaggia: esplorare la destinazione prima dell’arrivo attraverso le mappe digitali e ricevere assistenza durante tutto il soggiorno utilizzando una applicazione sono tra le principali richieste di una clientela sempre più esigente.
La Sardegna grazie al suo patrimonio culturale, storico, e naturalistico vede nel settore turistico un importante volano della sua economica. Le Istituzioni locali giocano un ruolo importante nel favorire il flusso turistico di italiani e stranieri verso la Sardegna. Secondo i dati diffusi dalla Confcommercio, la nostra isola sta registrando un boom di aperture non solo di alberghi, bar e ristoranti ma anche botteghe di prodotti tipici. La maggior parte sono state registrate a Cagliari dove negli anni 2016-2018 nel solo centro storico le attività sono passate da 473 a 529, con un saldo positivo di 111 aperture in tutto il territorio cittadino. Ugualmente positivi anche se non con queste proporzioni negli altri centri dell’isola. Questo senza contare le tante startup sorte attorno al settore turistico.
Il 2018 per la nostra Provincia ha fatto registrare un numero di presenze pressoché invariato rispetto al 2017; nei mesi da Luglio a Settembre i numeri sono stati i seguenti: 30% stranieri prevalentemente tedeschi, francesi e svizzeri; i turisti italiani sono stati soprattutto sardi, mentre dal resto d’Italia Lombardia e in minor percentuale Emilia Romagna, Lazio e Piemonte. Ho affrontato il problema con Pierluigi Floris Presidente della Cooperativa Wake Up che da tre anni gestisce Le Palme Rest Camp nel territorio comunale di Arbus.

Arbus. La passerella che porta alla spiaggia di Scivu

Sentiamo spesso parlare di turismo e delle sue potenzialità, qual è la tua opinione?
Da oltre 30 anni l’Italia è la prima destinazione al mondo nei desideri di viaggio dei turisti e la Sardegna è ai primi posti in questa classifica. Nell’immaginario collettivo di milioni di persone l’Isola rappresenta una meta ideale per la bellezza delle sue coste, anche se non di rado le difficoltà nei collegamenti e il costo dei trasporti impediscono che tale passione diventi realtà per un vasto pubblico. Un grosso contributo a questo successo lo si deve al principe Karim Aga Khan IV quando nel 1962 trasformava un patrimonio paesaggistico unico al mondo nel concetto di Costa Smeralda inventando di fatto il turismo nell’isola. Per comprendere bene come sia andato lo sviluppo della promozione turistica del nostro territorio è doveroso soffermarsi sulle logiche che allora guidavano le azioni divulgative: una terra affascinante con bellissime coste, spiagge incontaminate e mare cristallino; un paradiso in mezzo al Mediterraneo dove trascorrere le vacanze estive. Il lavoro promozionale ed organizzativo condotto in oltre mezzo secolo di attività da istituzioni, prima fra tutte l’Esit Ente Sardo Industrie Turistiche e privati, hanno il pregio di avere fatto conoscere la Sardegna nel mondo, ma il grande difetto di averla relegata al concetto di stagionalità.
Si parla sempre di allungare la stagione, ma di concreto cosa si fa?
Aver promosso la Sardegna come una meta prettamente estiva dove si viene principalmente per prendere il sole e andare al mare ha contribuito in maniera decisiva a diffondere il concetto di stagionalità in senso negativo: un periodo dell’anno migliore di un altro per visitarla ha progressivamente portato gli imprenditori del settore a sottrarre valore e dignità ai servizi forniti, adottando il criterio della frammentazione tariffaria in funzione del periodo. Oggi i principi sono decisamente cambiati, ma l’approccio al problema soffre di una fondamentale carenza che fa dimenticare che le azioni di promozione vanno studiate per essere guardate non con gli occhi di chi le realizza, ma con gli occhi di coloro cui sono destinate.
Qual è la situazione attuale?
Dopo la presa di coscienza innescata anche dall’aumento della concorrenza da parte di altre mete a destinazione turistica, diversi sono stati i tentativi di invertire la tendenza valorizzando iniziative e attivando azioni finalizzate alla scoperta di tutte le peculiarità della Sardegna. Tale azione ha portato in primis all’attivazione di una forte mobilità tra i residenti, che hanno iniziato anch’essi a prendere coscienza della ricchezza del proprio territorio. Le continue azioni promozionali aiutate anche dai nuovi canali digitali e dall’evoluzione dei comportamenti sociali hanno contribuito alla diffusione della promozione del nostro territorio ma il cammino da percorrere lungo questa nuova strada è certamente ancora tanto.

Quali sono le previsioni per la stagione ormai alle porte?
Per quanto ci riguarda il 2017 è stata una stagione piacevole, con turisti stranieri che da febbraio a novembre inoltrato ci hanno gratificato con la loro presenza e con un discreto flusso misto durante l’estate. Lo scorso anno invece sono mancati sia i turisti stranieri che solitamente visitano la zona nei periodi di spalla alla stagione estiva, che i turisti sardi evidentemente spaventati dal clima. Trovandoci già a maggio viste le richieste e le previsioni climatiche, mi sembra che quest’anno la situazione non sia diversa. Carenza di turisti a parte la nostra struttura, come sicuramente tante altre, soffre dell’assenza delle istituzioni che da una parte promuovono concetti di valorizzazione e salvaguardia del territorio e dall’altra tollerano comportamenti connessi alla pratica del campeggio libero privando di fatto noi operatori turistici di importanti risorse economiche. Per due anni ci siamo impegnati nel garantire i servizi durante tutti i mesi del calendario, ma possiamo dire sia stata una delusione. Nessun altro operatore della zona si è affiancato preferendo continuare ad aprire le strutture solamente nei periodi di maggior flusso consolidato. È evidente che lo sforzo da un punto di vista economico è decisamente impegnativo, ma se il territorio non si organizza per creare una nuova identità, anche con grandi sacrifici, i visitatori continueranno a non venire consapevoli di non trovare alcun servizio. Di quell’esperienza ci resta la gratificazione sprigionata dai sorrisi, dalla gioia e dai ringraziamenti dei visitatori, per essere stati una piccola grande oasi in un area desolata.
È garantito un sistema di salvataggio e assistenza dei bagnanti?
Per quanto riguarda il servizio di salvamento a mare, non mi risulta che al momento il Comune di Arbus lo abbia previsto per mancanza di risorse economiche. Già lo scorso anno il sindaco assieme ad altri primi cittadini di 7 comuni dell’Isola, avevano invitato la Regione a prendersi carico del problema per garantire ai bagnanti di usufruire delle spiagge in piena sicurezza. Durante la scorsa estate i turisti hanno potuto usufruire di tale servizio perlomeno in prossimità dello specchio acqueo adiacente il chiosco, grazie alla presenza di un bagnino alle dipendenze dell’imprenditore che ha aperto un piccolo stabilimento balneare.

(Foto di Pierluigi Floris)

 

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