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Economia & Lavoro

L’intraprendente guida turistica Maria Paolucci: “I beni culturali una concreta risorsa”

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di Tarcisio Agus
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La famosa frase “Con la cultura non si mangia” non è di casa da Maria Paolucci, perché dopo una breve esperienza di lavoro (da agosto 2019 a ottobre 2021) come guida turistica assunta dal Comune di Iglesias, ha deciso di promuovere le sue esperienze nel Sud Sardegna in piena autonomia.

Amante del suo territorio sin dalla giovane età ha avuto il sicuro sostegno del padre Giorgio, profondo conoscitore del mondo minerario, nonché componente della polizia mineraria della regione Sardegna che le ha trasmesso passione, conoscenza e cultura dell’articolata industria del sottosuolo sardo a molti ancora sconosciuta.

L’intraprendente guida ha deciso di raccontare la Sardegna mineraria partendo dal suo luogo natio, Iglesias, con narrazioni uniche e appassionate che riversa nei suoi canali social, Tiktok e Istagram, portando al più vasto pubblico racconti e storie dei luoghi: più noti dell’epopea mineraria.

Maria Paolucci

Con questi nuovi strumenti la splendida icona di Porto Flavia, sul litorale iglesiente, si anima con i fantasmi del passato sino a schiudersi nella splendida immagine del faraglione di Pan di Zucchero, oppure il centro minerario di Buggerru, la “petit Paris“, con il suo museo del minatore sino all’ascesa e imbocco della Galleria Henry, percorso minerario che si effettua con il caratteristico trenino su rotaie, per rivivere gli incantevoli paesaggi che si affacciano sull’alta falesia dell’altipiano di “Pranu Sartu”, dove la società mineraria estraeva a cielo aperto la preziosa Calamina (silicato basico di zinco).

La nostra guida spera di poter organizzare delle visite guidate anche a Montevecchio, affascinata dall’unico imprenditore minerario sardo, Giovanni Antonio Sanna, capace di emergere nello scenario industriale dell’800 tanto da elevare Montevecchio fra le miniere più importanti d’Europa e fornire 210 tonnellate di piombo necessarie per la copertura della cattedrale di Notre-Dame a Parigi, durante i lavori di restauro iniziati nel 1845 e terminati 20 anni dopo. Così pure di Montevecchio la intriga il palazzo Sanna-Castoldi con i suoi affreschi, i cantieri di Sant’Antonio e Piccalinna, uno scrigno d’arte unico negli ambienti minerari dell’isola e non solo, ove gli imprenditori stranieri erano più propensi a perseguire l’essenziale sia nelle edificazione delle strutture industriali che in quelle di servizio.

Storie ed immagini che Maria richiama anche nei video con l’hashtag “mariapaolucci”, sul quale è possibile prenotare le escursioni che di volta in volta propone.

Questi importanti strumenti di comunicazione le hanno permesso di raggiungere un pubblico insperato e curioso, tanto che oggi può contare su milioni di visualizzazioni.

TikTok, per esempio, le ha permesso fino a ora di far conoscere il territorio a più di 40 mila follower e rendere visibile il vasto patrimonio di archeologia mineraria a più di 3 milioni di persone.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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