Secondo Gigi Riva il tecnico romano è l’acquisto migliore di Tommaso Giulini. Per l’ex bomber, il campionato dei rossoblù è a una svolta
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di Paolo Salvatore Orrù
Se si pensa al Cagliari, non ce ne vogliano gli altri grandi campioni che hanno indossato la maglia rossoblù, si pensa soprattutto a Gigi Riva. Il più grande bomber italiano di sempre è per tutti i sardi, anche per chi sostiene altre squadre, un uomo che non può essere discusso, perché nessuno può discutere l’ultimo Shardana. Il Cagliari di Scopigno non c’è più (altri tempi e altre risorse economiche), ma vederlo oggi annaspare tra la Serie A e la B dà malinconica. Ora che è tornato in panchina Claudio Ranieri, il tecnico che insieme a Gianfranco Zola si contende il secondo posto fra i più amati di sempre dai tifosi del Cagliari, è però tornato un po’ di entusiasmo.
“Ranieri è un uomo tutto d’un pezzo, un tecnico estremamente preparato, un allenatore in grado di ridare entusiasmo allo spogliatoio, ma anche di riportare allo stadio i tifosi più scettici”, ha spiegato Gigi Riva. Non poteva che essere così, del resto Sir Claudio non ha mai nascosto che a lui gli “occhi brillano” solo quando sente nominare due squadre: “Roma e Cagliari”. La Roma è stato il suo primo amore e dove ha dato i primi calci al pallone, se però non ci fosse stato “Su Casteddu” non sarebbe mai diventato il tecnico che ha fatto vincere la Premier League al Leicester nella stagione 2015-2016: con lui sulla panca gli inglesi si resero protagonisti di uno dei trionfi più sorprendenti nella storia dello sport.
Del resto, Ranieri è sempre stato l’uomo dei miracoli: con lui, dopo una mitica cavalcata, in tre anni i rossoblù passarono dalla C alla A. “E in serie A, sulle ali di un rilanciato Matteoli in cabina di regia e con una squadra completata dall’arrivo di Fonseca e, soprattutto del principe Francescoli, le grandi del campionato italiano hanno dovuto più volte cedere il passo”, ricorda Riva. Nella biografia sua biografia, Ranieri racconta che alla moglie che gli chiedeva lumi su quel team disse “mi hanno affidato una Ferrari, devo solo evitare che faccia incidenti”. Quella Ferrari corse folle e divertente sino alle semifinali di Coppa Uefa, andò a sbattere contro un ostacolo chiamato Inter, ma chi di ricorda quella partita non può non urlare contro la sfortuna e contro gli “dei” che hanno protetto i milanesi.
“Ranieri non solo è un allenatore capace, ma è anche uno intenditore di calcio, un signore che ha fiuto”, ha commentato ancora Riva, “mi ricordo che quando gli Orrù e Carmine Longo lo presero Claudio riuscì a far correre a perdifiato e far vincere una formazione costruita con sconosciuti o con calciatori che sembravano avviati ad un precoce declino, sino a riportarla nella massima divisione italiana”. Secondo qualche filosofo, e i filosofi portano bene al Cagliari (si pensi a Scopigno), la storia si ripete. Anche nel mondo del calcio è così? “Non so se le cose stanno davvero così”, dice Gigi che, come quasi tutti i calciatori prima di ogni partita preferisce toccare ferro o altro, “però mi sembra che questo Cagliari sia abbastanza attrezzato per tornare in serie A, l’obiettivo è alla sua portata e, soprattutto, Ranieri non vuole assolutamente sporcare il suo grande passato”. Intanto la squadra con Ranieri in panca ha conquistato sette punti in tre partite: “I giocatori lo stanno seguendo, evidentemente ha ancora molto dare e da insegnare”, conclude Riva. L’ultima mano (quella che va al portafoglio) sarebbe spettata a Tommaso Giulini. I Giulini hanno sempre amato i sardi sin dai tempi in cui il padre di Tommaso, Enrico, insieme a Joice Lussu, moglie del grande Emilio, tentarono di far scappare dalla Turchia il grande poeta Nazim Hikmet, ma questa è un’altra storia (che presto racconteremo). Tommaso Giulini si è adoperato nell’ultima campagna acquisti, acquistando Azzi e l’attaccante Prelec per dare a Ranieri quel che serve per far uscire dai pantani della B una squadra che ha annoverato tra le sue file Gigi Riva, l’ultimo Shardana.
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