di Gian Luigi Pittau
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Marta Cabriolu, 41 anni, prima consulente fiscale e dallo scorso anno insegnante, si ripresenta come candidata a sindaco alla guida della lista “Alternativa civica”.
Cosa l’ha spinta a ricandidarsi come sindaco alla guida del paese?
«Devo ammettere che i mesi precedenti alla decisione di ricandidarmi sono stati molto combattuti. Innegabile la stanchezza fisica, ma anche quella psicologica, dovuta a cinque anni molto pesanti, trascorsi fra mille difficoltà, rincorrendo sempre le emergenze e in un clima spesso ostile. Tuttavia l’impegno da sindaco di questo meraviglioso paese rappresenta l’esperienza più straordinaria della mia vita, dopo la maternità. Ho sciolto le mie riserve quando ho avuto conferma di poter portare avanti un progetto di continuità con il lavoro fatto finora, nella speranza di poter portare a termine i moltissimi progetti avviati».
Come è composta la lista?
«Credo di poter parlare di una lista assolutamente trasversale, in cui convivono diverse anime civiche. Ci sono due assessori uscenti, Daniela Deidda e Marco Deidda, il capogruppo uscente Antonello Scano e la consigliera uscente Noemia Loi, che rappresentano la garanzia di continuità e possono mettere a disposizione le competenze maturate durante l’attività amministrativa. Abbiamo un bel gruppo di giovani e meno giovani, che provengono da diversi settori della società civile, ciascuno con proprie competenze e passioni da mettere al servizio della comunità».
In caso di vittoria quali saranno le prime azioni da compiere?
«Non ci sono prime azioni da compiere. In caso di vittoria si dovranno portare avanti tutte le procedure in itinere, e, successivamente, programmare tutte le nuove. Abbiamo l’assunzione dei 26 idonei del cantiere Lavoras per il decoro urbano e le manutenzioni straordinarie; abbiamo da appaltare l’ampliamento del cimitero comunale e la ristrutturazione dei loculi vecchi; dobbiamo completare la realizzazione e l’adeguamento degli attraversamenti pedonali rialzati; dobbiamo affidare 300 mila euro di lavori per la sistemazione delle strade campestri. C’è da terminare la ristrutturazione del palazzo comunale, per poter trasferire il servizio sociale e, contestualmente, portare il comando di Polizia locale nella nuova sede al centro del paese».
Quali sono i settori più importanti su cui agire?
«Occorre senza dubbio proseguire il percorso orientato ai servizi, potenziando le misure a favore delle famiglie e delle attività commerciali, così duramente provate da questa pandemia. Occorre lavorare per il miglioramento del decoro urbano, dell’abbattimento delle barriere architettoniche, per garantire ai cittadini una migliore vivibilità del paese. Occorre chiudere il percorso che porterà all’assegnazione delle terre civiche comunali: sarà questo uno dei punti cardine dello sviluppo futuro del paese».
Come valorizzare e favorire lo sviluppo del paese?
«Siamo stati accusati di non avere un progetto, una visione. Ebbene, abbiamo sempre respinto queste accuse, proprio perché, per vedere i risultati di una buona programmazione sono necessari anni. Villacidro ha la fortuna di avere un grande patrimonio culturale, ambientale, associazionistico, sociale, enogastronomico, imprenditoriale, umano, religioso. Se vogliamo crescere è necessario che tutti questi elementi vengano messi in relazione fra loro. Il compito dell’amministrazione deve essere proprio questo: agire come cabina di regia per consentire ai vari portatori di interesse di dialogare fra loro. Il turismo non può ridursi a mera passeggiata nelle nostre montagne, ma deve abbracciare tutte le eccellenze per diventare, allo stesso tempo, turismo ambientale, sportivo, culturale, enogastronomico, religioso».
Quali opportunità per evitare l’emigrazione dei giovani?
«È difficile pensare che un sindaco e un’amministrazione comunale possano risolvere il problema dell’emigrazione dei giovani. Le amministrazioni possono però adoperarsi per migliorare la qualità della vita delle persone, per creare occasioni di sviluppo, lavorative e imprenditoriali, nei vari ambiti che caratterizzano il nostro territorio. Ed è su questa linea che abbiamo sempre operato e su cui continueremo se dovessimo essere riconfermati, anche grazie al supporto dei numerosi giovani brillanti presenti nella nostra lista».
Villaservice e il Consorzio Industriale sono due nodi da sciogliere o traino per l’economia del paese? Quali le problematiche?
«I rapporti controversi fra Consorzio e Villaservice sono il nodo da sciogliere. Gli ultimi cinque anni sono trascorsi a suon di avvocati e tribunali. Auspico che la volontà del Consorzio sia quella di andare oltre le mere posizioni “di casacca”, per tornare a lavorare su quello che è il suo compito istituzionale, che non è portare in tribunale chiunque a spese dei cittadini, ma occuparsi dello sviluppo imprenditoriale, commerciale e artigianale del nostro territorio».
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