banner1_lagazzetta
ffserci
striscione_banner
ALP
alfabetar
cepicom
falegnameria
previous arrow
next arrow
ATTUALITÀ

Medio Campidano, non lasciamo morire i nostri comuni

Ussaramanna, Casa Zedda
Condividici...

di Fulvio Tocco 

______________________

Fulvio Tocco

Per noi mediocampidanesi, salvaguardare la dignità dei comuni rurali deve essere la parola d’ordine attuale e dei prossimi anni.

Occorre una capacità politica più reattiva rispetto al recente passato, che con la crisi del 2008 -2009 ha mostrato tutti i suoi limiti, con l’Italia che nell’anno 2011 ha rischiato seriamente di finire in bancarotta. I governi nazionali che si sono succeduti, anziché riflettere giudiziosamente su ciò che stava succedendo nell’Italia dei privilegi, hanno scelto di indebolire ulteriormente gli Enti locali, con sciagurate decisioni di prosciugamento finanziario anti cittadino, anti territorio, anti impresa.

La “distruzione” degli Enti intermedi, avvenuta in Sardegna per la responsabilità primaria di una classe politica, incapace di mettersi nei panni dei cittadini più bisognosi, è stata devastante. Ha impedito per otto anni la capacità d’incidere, dal basso verso l’alto, per dare una mano al miglioramento del sistema Sardegna, bloccato da oltre un decennio, prima ancora della crisi del 2008-2009. Sulla questione anche gli stessi professoroni di diritto hanno le loro responsabilità, rimasti palesemente silenti, durante la campagna referendaria anti territorio.

Infelicemente, gli ultimi a non riconoscere il disastro combinato, sono state proprio le classi dirigenti dei partiti politici del periodo, fatalmente lontane dalla realtà. Il loro silenzio, successivo al risultato referendario del 2012, ne è la riprova.  Questo è il rischio che può accadere oggi se i comuni non faranno unione, con un linguaggio aperto, per proporre delle soluzioni dal basso finalizzate alla produzione della ricchezza per tutti e al mantenimento degli ecosistemi. La questione dello sviluppo non può essere solo prerogativa del sistema regione. Sappiamo benissimo che è lento ed inefficiente!

Occorre cambiare modello. Si partecipa anche dal basso per creare il “contenitore” dove far poggiare i Progetti territoriali, rimuovendo gli schemi che hanno immobilizzato lo sviluppo.

Quando, in sede regionale, nacque il provvedimento per la “Tutela del suolo” attraverso l’incentivazione dei seminativi, la proposta nacque dal basso non dagli uffici regionali. Una volta trovato l’alveo giusto, nel contenitore della programmazione regionale, i coltivatori hanno potuto godere dei benefici di questo provvedimento come loro stessi avevano ipotizzato.

Ma anche nella pianificazione dell’Ente intermedio, la valorizzazione delle leguminose, dello zafferano, del suino di razza sarda, del melone in asciutto e la tutela delle api nel periodo in cui vennero falcidiate dalla varroa, partirono dal basso e per questo furono in tanti, circa 1550 imprese, ad aderire ai diversi bandi pubblicati dalla Provincia Verde.

Questa lunga crisi, accompagnata dalla attuale pandemia planetaria, ci ha messo nella condizione di riflettere, per cui dobbiamo sapere cosa fare e cosa vogliamo diventare. L’opera non è affatto semplice, ma non bisogna rinunciare a provarci, se vogliamo evitare una lenta agonia.

Per uscire da questa nuova crisi economica, possiamo trarre lezione anche dalla forza che hanno avuto i nostri padri e le nostre madri, con meno strumenti di oggi, per uscire da uno stato di povertà economica in seguito alla seconda guerra mondiale, che al termine ridusse l’Europa ad un cumulo di macerie, è stata encomiabile. Essi sono usciti dalla miseria rimboccandosi le maniche. La loro cultura del lavoro, come bene comune, va doverosamente recuperata e fatta conoscere. I nostri genitori sono riusciti a superare i momenti difficili della loro vita con una grande forza di volontà.

Questo bagaglio identitario deve darci l’energia di reagire, per dire chi siamo e dove andiamo. O meglio, ciò che vogliamo essere e diventare nell’isola del futuro.

Ecco perché parte delle soluzioni devono partire dagli amministratori comunali che sapranno ascoltare i bisogni dei cittadini. Il loro ruolo, per una corretta lettura dei bisogni territoriali, è essenziale. Mi riferisco agli amministratori comunali perché altri non lo faranno!

Gli amministratori che presteranno attenzione al futuro dei paesi che guidano saranno stimati per le risposte che sapranno dare alle sfide che riguarderanno i settori e le professioni che saranno “investiti” dalla rivoluzione digitale.

Nelle realtà campidanesi, anche se la qualità della vita è alta per chi ha un lavoro o una pensione superiore al minimo, diventa difficile combattere lo spopolamento se non si trovano gli strumenti adatti. Ma chi l’avrebbe mai immaginato che il comune di Samassi sarebbe calato sotto i 5000 abitanti? Mai ci saremo aspettati da una popolazione cosi attiva un dato del genere. Il comune contermine di Serrenti è ormai sotto dei 5000 abitanti da una decina d’anni; ora siamo 4715 abitanti. La situazione è preoccupate.

Chi ha l’onere e l’onore di prendere le decisioni sullo scenario nazionale e regionale, ha il dovere di ascoltare le esigenze degli amministratori locali, al fine di salvaguardare anche la dignità dei comuni sotto i 5.000 abitanti che, in Italia, sono 5.584. In questi centri risiede il 16.4% della popolazione dello Stivale. Con questa percentuale demografica, i loro sindaci, amministrano oltre la metà del territorio nazionale, per cui rappresentano un’entità che va considerata e ascoltata quando propone soluzioni anti spolpamento, nell’interesse generale del Paese. Il calo demografico e l’abbandono dei centri rurali saranno inevitabili se mancheranno i servizi più semplici. Un fenomeno di cui l’intera isola rischia di pagarne le conseguenze, a cominciare dall’aumento del rischio di dissesto stradale. Lo sviluppo delle aree interne deve tornare necessariamente al centro del dibattito politico nazionale e regionale.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividici...

ecco qualche nostra proposta….

IMG-20231027-WA0002
IMG-20231007-WA0003-1024x623
IMG-20231104-WA0035-1024x623
previous arrow
next arrow
 

CLICCA sotto PER LEGGERE

RADIO STUDIO 2000

Su questo sito Web utilizziamo strumenti di prima o di terzi che memorizzano piccoli file (cookie) sul dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare report di navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore. Cookie policy