A Villacidro è partito un incendio nella discarica della Villaservice, ma è mistero sull’episodio sulle possibili conseguenze ambientali e sui rischi corsi dai lavoratori. Lo rimarca Antonio Muscas, consigliere comunale uscente di minoranza che ha scritto una lettera dettagliata inviata ai carabinieri del nucleo operativo di Villacidro, ai sindaci di Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini, Sanluri, Villacidro, all’Arpas e ancora ad altri enti.
La discarica interessata all’incendio dovrebbe accogliere esclusivamente rifiuto secco pretrattato, cioè preliminarmente separato dalla materia organica, la cui presenza, però, è testimoniata dalla moltitudine di gabbiani e cornacchie che incessantemente banchettano sul mucchio.
“DISCARICA FUORI CONTROLLO?” Ma secondo Antonio Muscas le immagini parlano chiaro: “Che i rifiuti poi, più che secco, siano materia indistinta lo può verificare anche un osservatore poco attento: non è difficile infatti vedere materassi e altri oggetti ingombranti il cui destino dovrebbe essere certamente altro.
Ma il fatto più grave in assoluto è che, nonostante tutte le rassicurazioni fornite nel corso degli ultimi anni dai responsabili consortili e della Villaservice, quanto accaduto il 21 luglio dimostra che la discarica è totalmente fuori controllo.
Il processo di combustione si è potuto innescare da sotto l’enorme cumulo a causa della fermentazione delle sostanze organiche, grazie alla temperatura raggiunta e alla presenza di materie plastiche, legno e altre sostanze combustibili. Quella del 21 luglio è solo la parte visibile di un processo iniziato chissà quando e chissà quante volte. E la faciloneria con cui sono stati mandati i lavoratori allo sbaraglio per domare l’incendio, dimostra il pressapochismo e la sconsideratezza con cui viene gestita la discarica. Senza protezione alcuna, indifferenti ai fumi che stavano respirando e inconsapevoli dei rischi che stavano correndo muovendosi su un cumulo che chissà cosa contiene al suo interno, oltreché innervositi dalla presenza della telecamera (come se il problema fosse chi vede un simile spettacolo), sorgono non pochi dubbi sull’adeguatezza della formazione ricevuta dai lavoratori in termini di sicurezza e sulla preparazione e sensibilità del responsabile del personale”.
MANCATO ALLARME AMBIENTALE Antonio Muscas si chiede come mai non è stato lanciato l’allarme ambientale e perché preventivamente non è stata evacuata l’area circostante il modulo. “I fumi di quel tipo di combustione – aggiunge – sono, com’è noto, altamente inquinanti e non conosciamo l’entità reale delle emissioni. Qualcuno dei responsabili si è preso la briga di analizzarle e verificare così il livello di pericolo ambientale?
Si prenda poi in considerazione che quella stessa area è stata individuata per la realizzazione di un terzo modulo di discarica dalla capienza doppia rispetto all’attuale e pari a circa 1.500.000 di metri cubi. Per ottenere le autorizzazioni devono essere garantite l’estrema accuratezza nella sua realizzazione e l’impiego di sistemi accurati di controllo e verifica ambientale (che sono stati tra l’altro elemento di contestazione da parte del SAVI con lettera del 20 luglio 2016 prot. n. 13986).
PERICOLI PER I LAVORATORI E allora la domanda sorge spontanea: possiamo accettare di continuare a costruire discariche che mettono in pericolo l’incolumità nostra e dei lavoratori?, possiamo affidarci a queste persone per costruire una delle discariche più grandi d’Italia? La professionalità e la responsabilità di queste persone sono dimostrate tutte dai fatti di ieri, così come l’attenzione che rivolgono ai lavoratori, istigati continuamente contro i comitati che si oppongono alla discarica, ma sulla cui formazione, sicurezza e salute c’è a dir poco a desiderare.
APPELLO Ai sindaci, agli organi di vigilanza ambientale, all’ispettorato del lavoro e a tutti gli altri enti interessati si chiede un immediato e risolutivo intervento al fine di tutelare la salute dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente.
Gian Luigi Pittau




























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