Durante la serata dell’11 marzo il personale della stazione Forestale di Marrubiu è intervenuto su segnalazione di un privato cittadino in località “Puisteris”, nelle campagne di Mogoro, per porre in salvo nove agnelli abbandonati a pochi metri dalla strada complanare della SS 131, semi occultati dalla vegetazione. Gli animali, di età compresa tra i 7 e 14 giorni di vita, privi di segni identificativi e apparentemente in buono stato di salute, risultavano infreddoliti e avevano le quattro zampe legate con dello spago in nylon. Il personale del Servizio Veterinario della Asl di Oristano, accorso prontamente sul posto, suggeriva un immediato affidamento ad un’azienda zootecnica del settore. Gli animali venivano sottoposti a sequestro penale e dati in consegna giudiziaria a un allevatore della zona per le prime cure. Dell’accaduto è stata immediatamente informata la Procura della Repubblica di Oristano con dettagliata informativa di reato.
L’indagine degli uomini della Forestale che s’inquadra nell’attività di capillare controllo del territorio a tutela dell’ambiente e della legalità, proseguirà al fine di individuare eventuali responsabili.Dagli accertamenti finora svolti appare chiaro che si tratta di un abbandono di animali provenienti da un allevamento di ovini, con l’aggravante del maltrattamento dovuto all’utilizzo di tecniche cruente, poiché immobilizzare le zampe con lo spago per rendere gli agnelli facile preda di volpi o di cani randagi, causa una lenta agonia e grandi sofferenze all’animale che nel tentativo di liberarsi si procura profonde ferite.
L’utilizzo di tali attrezzature è vietato sia dalla normativa vigente sul maltrattamento di animali (Legge 20 luglio 2004 n° 189) sia da quella sulla tutela degli animali (Art. 544 bis e Art 544 ter del Codice Penale). Chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, o cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 mila euro.
Dopo aver sentito anche alcuni operatori del settore zootecnico, si ritiene che l’ipotesi più plausibile che ha portato a compiere il vile gesto sia da attribuire esclusivamente a interessi economici, in quanto con la soppressione dei piccoli, si risparmiano i costi per il loro allevamento e nel contempo si ottiene una maggiore produzione di latte che nell’annata corrente ha avuto un forte rialzo nel prezzo di mercato.
Il Corpo Forestale è sempre impegnato in prima linea, con un grande impiego di risorse umane e strumentali, per contribuire ad arginare tale fenomeno.
Al numero 1515 è possibile segnalare anche in modo anonimo attività simili e si confida nella sensibilizzazione degli operatori del settore affinché si evitino azioni che possano determinare grandi sofferenze con l’esclusivo scopo di lucro.
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