di Maurizio Onidi
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Organizzata dall’Associazione XConoscereXFare, con la collaborazione della Filodrammatica Guspinese e l’Associazione dei minatori “Sa Mena”, domenica 4 maggio, con una toccante rievocazione si è rinnovato l’omaggio alle undici donne, tra le quali diverse bambine che il 4 maggio del 1871 persero la vita nel cantiere Azuni della miniera di Montevecchio.
«Anche quest’anno si è rinnovata la camminata in ricordo delle cernitrici vittime della tragedia di Azuni, ed è questo il quinto incontro dal 150 anniversario dal tragico incidente. Morirono in undici, la più piccola aveva dieci anni. Una fatalità, si disse allora. Una delle tante fatalità causate dall’incuria e dallo sfruttamento, dalla povertà e dalla necessità di procurarsi il minimo vitale.» dichiara Clelia Atzori, presidente dell’Associazione XConoscereXFare.
«Questa ricorrenza porta quindi necessariamente a parlare di sicurezza nel lavoro, e ogni anno a contare le vittime e constatare il niente di fatto in termini di maggior sicurezza per i lavoratori. Muoiono in tanti, le parti più fragili ed esposte, giovani precari, immigrati che non possono dire no a condizioni di lavoro ad alto rischio» sottolinea Franca Mandis, vicepresidente dell’associazione X Conoscere X Fare, citando anche il recente discorso del Presidente Mattarella in occasione del 1° Maggio, festa del lavoro.
L’altro aspetto messo in evidenza è stato quello del lavoro e del contributo dato dalle donne in termini di crescita sociale e personale “Non sappiamo se e quanto queste donne fossero consapevoli della loro condizione di sfruttate. Di sicuro non immaginavano di diventare simbolo di emancipazione femminile, ma oggi sono indicate come esempio e ricordate con gratitudine e affetto” rimarcano a più voci le organizzatrici dell’Associazione XConoscereXfare.
Il ricordo e il senso di gratitudine riecheggiano nell’intervento di Iride Peis, scrittrice, custode della memoria e divulgatrice della vita di miniera e delle lavoratrici in particolare.
Ugo Atzori, presidente dell’associazione Sa Mena, ex minatore ed Efisio Cadoni di Elafos, geologo, hanno parlato degli aspetti operativi del lavoro in miniera e delle condizioni di sicurezza nel lavoro, presenti, ma insufficienti allora come oggi,
La camminata nel sentiero e ogni fase della cerimonia è stata accompagnata e sottolineata dalla intensità e dolcezza della musica tradizionale eseguita dal giovane musicista Angelo Pitzalis che con il suo organetto ha saputo creare un’atmosfera suggestiva.
Bravissime Lucia, Anna e Monica, attrici della Filodrammatica guspinese, presenti come ogni anno che hanno impersonato tre anziane cernittrici che ricordavano con ironia e persino con nostalgia i tempi difficili del lavoro in miniera.
La lettura dei nomi delle undici donne e bambine e la straordinaria “Ramadura” di petali di rosa nello spazio antistante la lapide e sulle pietre con disegni di frammenti di volti hanno concluso l’evento nel cantiere.
Tutti i partecipanti hanno lasciato Azuni per ritrovarsi nella ex mensa impiegati ed assistere alla visione e ascolto dell’intervista a Barbara Concas, un’anziana cernitrice scomparsa qualche anno fa che ha raccontato la sua esperienza del lavoro a Montevecchio.
Tante le domande a cui Ugo Atzori ha risposto con competenza e partecipazione insieme a Efisio Cadoni e ad altri amici fra il pubblico.
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