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ATTUALITÀ

Montevecchio, l’acqua a Donegani: c’era una volta

Montevecchio, diga Donegani (foto Sandro Renato Garau)
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di Sandro Renato Garau

La strada Montevecchio Ingurtosu è nuovamente percorribile in macchina, con attenzione, godendo del verde che ne caratterizza il paesaggio, ma è percorribile.
Dai ruderi dell’albergo Sartori all’imbocco dello stradello che conduce alla diga Donegani la distanza è breve.
Un’oasi di pace dove il verde delle colline circostanti si specchia su una superficie lacustre di 300.000 mc, sbarramento che raccoglie le acque del Rio Mannu e quelle del rio Gutturu Gureu. Invaso, in località Zerbini, intitolato all’ingegnere Guido Donegani, presidente della Montevecchio, deceduto nel 1947.
Lo sbarramento, alto 32m e lungo 120m fu inaugurato nel 1950. Come tutte le opere essenziali, l’acqua era necessaria all’industria mineraria e alla comunità che in essa viveva.
Potabilizzata veniva distribuita in tutti i villaggi minerari.
Questo il passato.
Il pomeriggio del 9 luglio 2020 percorrendo lo sterrato che conduce allo sbarramento, dopo aver dato uno sguardo al bacino di Zerbini ci si rende conto che la storia è cambiata, è molto diversa: dei 300.000 mc d’acqua che doveva contenere non c’è più alcuna traccia.
La vegetazione attorno all’invaso inizia a soffrire la sete e una lunga lingua di terra sprofonda, brulla, sino al piede dello sbarramento, questo il triste spettacolo. Difficile trattenere la rabbia, fare un commento, appellarsi al concetto di stupidità umana.
L’unica considerazione che ci si sente di fare è che il nostro territorio si è impoverito ulteriormente e che se ai piedi dello sbarramento si è aperto, o qualcuno ha aperto, sostengono i pessimisti, uno squarcio, bisogna porvi rimedio presto. Questo il triste commento che si può fare dopo aver visto questo manufatto che era vivo, impoverito, deturpata e abbandonato, fare il paio con molte infrastrutture appartenenti alle miniere: pozzi, laverie officine, villaggi che caratterizzano il territorio, con una loro storia, ma apparentemente senza futuro, dove anche il cervo è re, abitando una cornice naturale superba di folta macchia mediterranea,

sandrorenator@gmail.com

RIPRODUZIONE RISERVATA
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