di Sandro Renato Garau
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Caro Gesù Bambino
Scrivo direttamente a Te, non voglio delegare Babbo Natale.
So che come ogni anno ti farai vivo per ricordarci chi siamo
e, se ce lo hanno spiegato, da dove veniamo e dove andiamo.
Ogni anno è inesorabilmente diverso
perché la terra che viviamo è sempre diversa
perché noi siamo diversi.
Chissà se migliori o peggiori!
Però le 59 guerre che si combattono nel mondo
si fanno sempre per gli stessi motivi:
impossessarsi di risorse strategiche,
conquistare territori, il potere.
Che pensare del cattivo uso della terra, dell’aria, dei mari?
L’avresti mai immaginato quando li hai creati?
Ci hai dato una cosa bella da far crescere e conservare…e noi che facciamo?
La consumiamo, la offendiamo facendo finta di non sapere che è per tutti.
Dolcissimo Bambino abbiamo udito un pianto
Ci ha spezzato il cuore
Un pianto strozzato, senza forza, fiacco
Qualcuno ci ha spiegato che così piangono i poveri.
In molti parlano di poveri
Però, chi ne parla non è povero
I poveri piangono senza forza, resistono.
Caro il nostro Piccolo, quest’anno, cosa ci porterai?
Quando ricordiamo la tua nascita, dai tempi antichi, facciamo sempre così…
Chiediamo e promettiamo molte cose:
che saremo più buoni… con chi?
che ci sforzeremo almeno di portarci rispetto… tra chi?
che non ci faremo del male… tra chi?
Creatore del mondo, poiché ci hai voluto liberi,
ecco cosa possiamo chiedere:
Dacci la capacità di scegliere il BENE … sempre!
P.S. Quando arrivi… fatti vedere!
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