Nicola Orrù, 43 anni, geometra assistente tecnico presso Anas Spa, è candidato alle regionali con il Partito Sardo d’Azione che sostiene Paolo Truzzu alla presidenza della Regione
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di Gian Luigi Pittau
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In che lista si è candidato e per quale motivo?
«Ho deciso di candidarmi con il Partito Sardo d’Azione per l’identità e i valori che rispecchiano l’appartenenza alla nostra terra, valori in cui mi rispecchio e che con forza e tenacia ho deciso di portare avanti. La mia candidatura nasce durante lo scorso autunno, che con grande umiltà e rispetto ho voluto accettare per mettermi a disposizione di San Gavino Monreale e del territorio».
Da dove ripartire per il rilancio del Medio Campidano?
«Il Medio Campidano è la provincia più povera in Italia però ha una forte connotazione economica e produttiva, ha una condizione socio-economica tra le più basse in assoluto e con investimenti infrastrutturali inadeguati, è necessario un rilancio dell’economia e di valorizzazione del paesaggio affinché anche l’imprenditore possa trovare terreno fertile per investire nelle attività industriali, nell’agro-industria, nell’artigianato e nei servizi. Servono investimenti consistenti per quanto riguarda i collegamenti su strada e su rotaia. Vedrei bene un allargamento o un raddoppio di corsie sulla statale 197 che collega San Gavino a Sanluri e sicuramente un’adeguata campagna di manutenzione su tutte le altre strade provinciali e statali del territorio. È necessario puntare a un rilancio dell’agricoltura attraverso l’ampliamento delle attività produttive, con progetti specifici elaborati dopo aver sentito i bisogni degli agricoltori e delle loro organizzazioni. Sono necessari progetti per valorizzare i prodotti tipici del nostro territorio: olio, miele, mandorle, zafferano e tanti altri, senza dimenticare le nostre bellissime montagne e le nostre coste. I numerosi siti archeologici e le miniere che hanno ancora tanto da raccontare».
Su quali settori puntare? Quali sono le emergenza da affrontare subito?
«Sicuramente l’agro-alimentare, l’artigianato e i servizi ai cittadini. L’emergenza più grave in questo momento è sicuramente la carenza di medici e di servizi ambulatoriali, compresi i medici di base e i pediatri un po’ su tutto il territorio, anche se il problema è generalizzato un po’ in tutta Italia, per un territorio come il nostro questa situazione potrebbe diventare pesante da colmare».
Mancano i medici e il personale sanitario in ospedale e nel territorio: che cosa fare?
«Questo è un problema a livello nazionale che merita un approfondimento importante, dobbiamo trovare il modo di incentivare i nostri medici e il nostro personale sanitario compreso l’indotto a non abbandonare la Sardegna, trovare il modo di rendere appetibili le nostre strutture ospedaliere/sanitarie a tutto il personale medico, incentivare i nuovi medici e chi dopo di loro continuerà il percorso di medicina a valorizzare la nostra sanità pubblica».
L’emigrazione di giovani è continua. Come arginare il fenomeno?
«La Sardegna ha tanti potenziali inespressi, noi per primi dobbiamo mettere nelle condizioni i nostri giovani di esprimere al meglio le loro idee, con finanziamenti per incentivare l’apertura di nuove attività lavorative e creare quei presupposti che permettano loro di vivere nella loro terra».
Due buoni motivi per cui gli elettori dovrebbero votarla.
«Perché sono bravo e bello è sufficiente? Chiaramente scherzo. Ognuno è libero di farsi un’opinione sulla mia candidatura, ho rispetto per le idee di tutti, i motivi per cui ho deciso di mettere a disposizione le mie energie e le mie umili competenze, sono la voglia di contribuire a migliorare il territorio e la voglia di rimboccarmi le maniche per portare avanti progetti condivisi con i cittadini e con le altre forze politiche in modo da migliorare la vita di tutti, è necessario ascoltare e risolvere i problemi dei cittadini e non lasciare indietro nessuno. Metterò in campo tutto il mio impegno e per chi mi conosce sa che è una promessa che posso rispettare. Io non sono abituato a voltarmi dall’altra parte».
La dispersione scolastica è altissima e molti giovani non terminano gli studi. Che fare?
«Altro gravissimo problema, che purtroppo si ripercuote sulla vita di tantissime famiglie e dell’intera società. I giovani vanno invogliati, viviamo un momento storico dove è più importante apparire, probabilmente per l’avvento dei vari social che rendono più facile vivere una vita virtuale, che però è ben distante dalla realtà. Prima chi non terminava il suo percorso di studi, andava a imparare un mestiere, oggi purtroppo si sono perse anche queste possibilità. Dobbiamo credere nei nostri giovani, spronarli e incentivarli a concludere il loro percorso di studi per far si che si possano integrare nel mondo del lavoro con un’adeguata preparazione».
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