di Fulvio Tocco
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Sappiamo molto bene come l’abitudine al fumo di sigaretta comporti tutta una infinita serie di rischi. Per essere più credibili nel parlare della questione ho interpellato Nino Cannella, un signore che di fumo se ne intende per essere vissuto in compagnia della sigaretta accesa sino al 6 settembre 2024, un mese prima del suo 74° compleanno. Dopo tale data, per una particolare circostanza, ha dovuto smettere di fumare di punto in bianco. Da quel momento, forte delle sue riflessioni filosofiche, si è messo ad organizzare tutta una serie di strategie per limitare i disaggi legati allo smettere di fumare. Soprattutto perché ha dovuto interrompere in modo improvviso per rimettere a posto i valori e impedire che al monossido di carbonio, gas molto tossico, di generare serie conseguenze. Ora che Nino ha smesso di fumare ha recuperato la possibilità di sentire il gusto delle cose, di ciò che mangia, e si è rinormalizzata anche la percezione degli odori, ma, ancora (mica roba da poco) poter parlare con gli amici e baciare senza infastidire.
Altra cosa positiva, è che dalla cessazione del fumo l’estetica tende a ritornare normale e ci accorgeremo a breve che il nostro amico avrà anche la pelle più lucida. Il fumo produce un più precoce invecchiamento della pelle, non solo per le signore ma anche per i filosofi! E per un grande conversatore come Nino, non fumare vuol dire ritornare più facilmente a una più piacevole vita colloquiale; direi che, già questo, giustifica lo stop al fumo!
Ma Nino non ammetterà mai di essere un ex fumatore e vi accorgete che man mano che recupererà la sua forma fisica ci dirà: “come posso rinunciare alla sigaretta che mi ha tenuto compagnia per circa sessant’anni?
D’ora in avanti fumerò 4 sigarette al giorno; nel senso che ne accenderò quattro, farò alcune tirate, e poi lascerò che il resto della sigaretta si fumi da sola”. E quando dirà questo, possiamo essere certi che sta recuperando l’energia che è richiesta a un grande pittore!
ORA LA PAROLA A NINO CANNELLA
Lasciami iniziare con questa frase: dialettica patafisica di elogio personale della sigaretta.
“Qualsiasi cosa dicano Aristotele e tutte le altre filosofie, non c’è nulla che eguagli il fumo di una sigaretta” è il celebre esordio teatrale del Don Giovanni nella commedia di Molière.
UN RITUALE SACRO
In effetti sembrerebbe un rituale sacro per riti di passaggio una sigaretta accesa ma non fumata, se non da sé. Sembra blasfemo dirlo, ma questo fatto era appannaggio dei grandi sacerdoti antichi meso-americani che contemplavano nelle volute di fumo nascente la formazione delle galassie, delle nebulose, e i principi figurali della struttura del cosmo che si evolve da sé. Pensiamo anche al calumet della pace per gli auspici risolutori delle genti in guerra.
I PIACERI DATI DAL FUMO
Una dimostrazione mia personale dei piaceri dati dal fumo di una sigaretta potrebbe essere questa: è cosa calda, attiva, luminosa, si mischia e si unifica col tuo respiro, è sempre disponibilmente femminile, brucia per te, per te si consuma; la prendi, la butti, la offrì, la schiacci dentro il portacenere, o sotto i piedi, sta a tutte le situazioni che le si impongono…
CONCLUSIONE
Costa più o meno quanto una caramella, ma sa darti molto di più e di meglio sul piano del piacere esistenziale di vivere il giorno in grande relax. Dialettica scherzosa, ovviamente, concessa in forma di intervista al caro amico Fulvio Tocco.
Scherzo per scherzo ti auguro di non trovare nessun fastidio non avere più la possibilità di atteggiarti, di recitare, di gesticolare come quando stringevi la sigaretta tra le dita.
I MAESTRI CHE TENGONO ALTA LA CULTURA
SONO UNA BENEDIZIONE PER LA NOSTRA ISOLA
Con la loro dedizione allo studio e le loro esperienze quotidiane in campo artistico e filosofico sono una biblioteca alla quale mi piace a
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