di Maurizio Onidi
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160-14-39 se non fosse per il primo numero, verrebbe da pensare che si tratti delle previsioni per la prossima estrazione del lotto. Mentre scrivo aumentano sempre più i medici di famiglia fra i 160 che hanno perso la vita, contagiati dal Covid-19 oltre a 14 farmacisti e 39 infermieri a fronte di 31.106 vittime in Italia di cui 120 in Sardegna.
Sono numeri da brivido che Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 comunica evidenziando come in Lombardia, la regione che sta pagando il prezzo più alto, il virus abbia provocato “5 volte le vittime civili” in più rispetto a quelle della guerra dal ’40 al ’45. Questo periodo di isolamento forzato ci ha fatto riflettere sulla fragilità della nostra esistenza e ha fatto traballare certe nostre convinzioni che credevamo granitiche.
I nostri medici di famiglia tanto criticati, alla stessa stregua degli infermieri, tra l’altro mal pagati o vedere i farmacisti con guanti e mascherina “trincerati dietro strutture a vetri” che pur tra mille difficoltà assicurano un servizio essenziale per la nostra vita mettendo a repentaglio la loro, sono persone delle quali non sempre ne riconosciamo i meriti, anzi.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra e non mi chiamo fuori, come quando, a inizio epidemia, in assenza di specifiche disposizioni, criticai il fatto che per primi, alcuni farmacisti avessero indossato le mascherine considerandolo un eccesso di precauzioni.
Tornare sui propri passi non la considero un atto di debolezza ma riconoscere d’aver sbagliato giudizio e rendere un atto dovuto a questi “nostri eroi” che non li dobbiamo considerare tali solo quando ci fanno comodo.
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