Un violento nubifragio, una vera e propria bomba d’acqua a metà pomeriggio di giovedì 23 agosto, ha sconvolto e creato enormi danni nel paese e nelle campagne di Barumini. Improvvisamente si è oscurato il cielo, e subito dopo un violento acquazzone si è abbattuto ininterrottamente per circa due ore sull’intero territorio. Il ricordo del disastro avvenuto nel 2008 che causò tanta distruzione, ha fatto rivivere tra la popolazione la paura e la rabbia per la nuova distruzione. Allagamenti di strade, decine di case e negozi sommersi da acqua e fango nella parte bassa del centro storico, dove l’enorme quantità d’acqua non è riuscita a defluire negli scarichi delle acque bianche, invadendo con oltre un metro di altezza il rione di Santa Lucia. Tantissimi alberi abbattuti, animali dispersi e strade impraticabili. Persone intrappolate in macchina per l’impossibilità di proseguire in luoghi sicuri, con la paura di non farcela. Ingenti i danni ad abitazioni e attività invase dalla fanghiglia, ed in particolare nelle aziende agricole e allevamenti di bestiame. Grande è stato il lavoro per ripristinare un minimo di normalità da parte degli operai comunali, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Protezione Civile e Forestale con vari mezzi meccanici e tantissimi volontari.
«Da una prima stima, i danni ammontano ad almeno un milione e mezzo di euro”», afferma il sindaco di Barumini Emanuele Lilliu, che sollecita un immediato intervento della Regione Sardegna. E intanto con coraggio, fatica e lavoro, tantissime famiglie cercano di tornare a un minimo di normalità. Con l’incubo che ogni tuono o nuvole che coprono il cielo, possano ripetere la disastrosa alluvione.
Carlo Fadda
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