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Attualità

Pabillonis, causa covid, falò e manifestazioni civili annullati per i festeggiamenti di Sant’Antonio Abate

Pabillonis, processione in onore a Sant'Antonio
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di Dario Frau
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Pabillonis, falò di Sant’Antonio

Festa di Sant’Antonio Abate con soli riti religiosi in paese. Causa Covid, le manifestazioni tradizionali che facevano da corollario, con significativi atti simbolici, alla sagra di Sant’Antonio Abate, tanto cara ai pabillonesi, quest’anno sono state sospese.
I  ceci cucinati con la cotenna di maiale, i malloreddus e gli arrosti vari distribuiti davanti al falò, insieme ai fuochi d’artificio e la musica dal vivo che rallegrava la serata della festa, sono stati sospesi, a causa della pandemia che, particolarmente in questo periodo di gennaio, si è diffusa in paese.
“Ancora una volta segnati dall’aumento dei contagi e dalle nuove disposizioni per combattere  il covid 19, la festa di Sant’Antonio Abate, si svolgerà seguendo i soli appuntamenti religiosi, nell’attesa che con l’aiuto del Santo si ritorni a un tempo di salute, pace e serenità”,  ha comunicato il parroco don Luca Pittau, nel foglietto settimanale, con gli appuntamenti e i programmi religiosi, che viene distribuito, in chiesa, ai fedeli.

Il parroco benedisce i ceci

Il programma della festa di Sant’Antonio prevede, infatti, i soli riti religiosi: sabato 15 gennaio, alle 17 Santa messa in onore di Sant’Antonio Abate, seguita dalla benedizione del pane offerto dai fedeli, che è stato distribuito alla popolazione, dopo la funzione.  Domenica 16, sante messe alle 8 e alle 10. Lunedì 17, Festa di Sant’Antonio Abate, alle 17, Santa messa in onore del Santo e benedizione del pane offerto dal comitato.
Per la prima volta, il falò simbolo di tradizione religiosa, legato al Santo protettore del fuoco, non sarà acceso. La festa, caratterizzata dalla sola funzione della Messa, senza la  processione con la statua del santo tra le vie del paese, e senza la  benedizione degli animali domestici, del pane, dei ceci con cotenna di maiale, della pasta, simbolo di solidarietà legate alla tradizione popolare, e senza il falò, che raccoglieva il popolo intorno al fuoco benedetto, sarà una festività in tono minore per i cittadini di  Pabillonis. L’importanza di questa festa religiosa e profana, per il paese, è stata caratterizzata anche dalla presenza, negli anni scorsi (gennaio 2008), dalla partecipazione di un ospite d’eccezione: il vescovo di Ales mons. Giovanni Dettori. Era stato proprio il vescovo, accompagnato dal parroco Luca Carrogu e dal sindaco Marco Dessì, a benedire, il falò di Sant’Antonio e stare in mezzo al popolo e condividere con esso le antiche usanze e i momenti di vita comunitaria.

 

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