di Dario Frau
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Due grossi incendi hanno interessato domenica 24 le campagne del paese.
Entrambi si sono sviluppati nel pomeriggio, mettendo a dura prova l’intervento dei volontari della Prociv che dietro attivazione del Cop Cagliari e Stazione Forestale di Guspini, sono intervenuti, con tre operatori A.I.B. per lo spegnimento nel territorio di Pabillonis.
Il primo incendio è scoppiato nei pressi della strada provinciale Pabillonis-Sardara in località “Terramaini e Su Coddu de Erbuzus.
Dopo quasi due ore di lotta i volontari hanno avuto la meglio e alle 21.30 le fiamme sono state domate. Neppure il tempo di prendere fiato quando i volontari della Prociv sono intervenuti con sette operatori e due macchine dell’associazione, per un altro incendio scoppiato nella strada Provinciale 72, lungo la direttiva Pabillonis-San Nicolò d’Arcidano.
Il fuoco favorito dal forte vento di maestrale, in breve tempo, è aumentato d’intensità, trovando facile esca nell’erba secca dei campi, distruggendo alcune piantagioni di eucaliptus, e subito dopo, uliveti, orti, vigne, nella zona di Pauli e Sarmentu e Terraintini, intaccando anche la fitta vegetazione nei pressi del fiume Bellu. Un inferno di fuoco.
Le fiamme, rossastre ed altissime, si notavano anche in paese, dove arrivava l‘odore acre del fumo, preoccupando la popolazione. Solo l’intervento della Protezione Civile del paese e il supporto dei Vigili del Fuoco di Mandas intervenuti con due mezzi, e un privato con un trattore munito di Bonza da 2.500 litri, ha evitato il peggio.
“Con il lavoro di squadra dei volontari della Protezione Civile Pabillonis e dei mezzi a terra dei Vigili del fuoco siamo riusciti ad arginare il fuoco prima che le fiamme raggiungessero le prime abitazioni nella periferia del centro urbano, limitando drasticamente i danni”, ha spiegato Riccardo Sanna, intervenuto come sindaco e come volontario della Protezione Civile, nello spegnimento. Una giornata infernale per i Volontari coordinati dal presidente Pietro Sida che hanno lavorato oltre la mezzanotte per spegnere le ultime fiamme e bonificare il terreno dai focolai residui, “e bloccare il disastro prima che le fiamme saltassero il fiume mettendo a rischio anche il centro abitato”, dichiara il presidente della Prociv.
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