di Anna Luisa Garau
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Pabillonis è delimitata da due fiumi: il rio Bellu e il riu Malu, sovrastati da tre ponti che uniscono il paese a Guspini, San Gavino Monreale e Sardara.
Il Riu Bellu, che nasce nel Monte Linas, specialmente in autunno e inverno, si presenta impetuoso e ricco d’acqua.
Il riu Malu, le cui acque provengono dalla zona pianeggiante del Campidano e dalle pendici collinari di nord-est, si dice che prese il nome dal colore delle acque intrise di terra. Questi due torrenti, dopo aver attraversato il territorio comunale, a circa 4 Km dall’abitato, confluiscono nel Flumini Mannu, che sfociava nello stagno di Marceddi. Il Riu Bellu, essendo privo di argini, quando straripava, oltre che invadere le campagne circostanti, lambiva anche le case che si trovavano più vicine al corso d’acqua. I pabillonesi in caso di allerta erano soliti rifugiarsi all’interno della chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Neve per pregare e chiedere la grazia che non succedesse nulla di grave. Poi dal 1925 con la realizzazione degli argini, la situazione cambiò, anche se il fiume straripava non raggiungeva più la periferia del paese. La costruzione dei tre ponti ha permesso l’attraversamento dei due rii.

Per incuria e negligenza, nel 1965, la bocca centrale del ponte sul rio Bellu, che collega Pabillonis a Guspini, cedette improvvisamente. Per fortuna i passeggeri della Fiat 500 che transitava in quel momento non ebbero gravi conseguenze. A raccontarlo è Romeo Lampis, che insieme ad altri tre giovani di Pabillonis si recava a ballare a Guspini in occasione del veglione di San Silvestro. «Erano le 23,45 del trentuno dicembre del 1965», ricorda Romeo Lampis, «con me in macchina, oltre a Mario Cherchi, proprietario dell’auto, c’erano Giacomino Loi e Dario Piano, quando all’improvviso il centro del ponte è crollato e siamo caduti giù nel fiume. Fummo portati all’ospedale di Santa Maria Acquas, che si trovava a quei tempi negli spazi dove oggi vengono fatti i fanghi, all’interno dello stabilimento termale. Per fortuna non abbiamo avuto gravi conseguenze anche se fu tanto lo spavento nel precipitare nel fiume».

In attesa del nuovo ponte ne fu realizzato provvisoriamente un altro in ferro e legno che permise almeno il transito dei mezzi leggeri, dei pedoni e del bestiame.
Anche il ponte sul riu Malu, che collega Pabillonis a Sardara, ha grossi problemi di stabilità. Dopo l’alluvione Cleopatra del 18 novembre 2013 la Provincia del Sud Sardegna lo chiuse al traffico per l’insicurezza della struttura. La protesta delle popolazioni di Pabillonis Sardara, nell’agosto del 2017, convinse l’ente provinciale a riaprirlo parzialmente con senso unico alternato per i mezzi con massa a pieno carico fino a 22 tonnellate. Finalmente nei giorni scorsi sono iniziati i lavori di messa in sicurezza del ponte. Una buona notizia per gli automobilisti, ma anche per gli operatori agricoli, che possiedono terreni prima e dopo la stazione ferroviaria. Le stesse limitazioni erano state adottate per il ponte sulla strada provinciale 63 per San Gavino Monreale, che ora sarà risistemate sempre con un finanziamento della Provincia.
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