di Dario Frau
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Foto di Marco Sanna e Gianfranco Cossu
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È stato lo spazio antistante la chiesetta di San Lussorio, a pochi metri dalle rovine del nuraghe omonimo, ad accogliere il suggestivo concerto del gruppo Tenore di Bitti “Mialinu Pira”. Un prezioso regalo per la comunità pabillonese che ha potuto assistere ad un evento di grande spessore culturale ed ha attirato tanti estimatori di questo esclusivo genere di musica sarda, e anche gli appassionati della storia sarda.
È in questo contesto archeologico, nell’ antica sommità di San Lussorio o Santu Sciori, infatti, come lo chiamano i pabillonesi, tra pietre millenarie e suoni ancestrali, che si sono esibiti i tenores. Un sito ricco di storia, vista anche la presenza di un ponte romano e le rovine di un’antica chiesetta che testimoniano il passato dell’abitato di Pabillonis.
La manifestazione che si è svolta a San Lussorio faceva parte dell’edizione autunnale del Festival Pedras et Sonus, curato artisticamente dalla musicista Zoe Pia che ha coinvolto dal 13 al 15 ottobre, oltre Pabillonis anche Morgongiori, Pau e Villanovaforru, che avevano come cornice, appunto, un contesto storico-archeologico di grande interesse.
I bravi musicisti, nella serata di sabato 14 ottobre, hanno messo “in campo” tutta la loro abilità e impegno per garantire e presentare uno spettacolo all’altezza della loro fama.
Gli spettatori presenti sono rimasti affascinati dal “palcoscenico” all’aperto e dai quattro tenores, con il “look” consueto fatto di abiti in velluto, gambali e berrita, disposti in circolo, quasi a riproporre la forma architettonica dell’antica civiltà sarda, quella nuragica, come quella di Santu Sciori situato a pochi passi.
Un riferimento simbolico quello antico, d’altronde, anche perché, come ipotizzano alcuni studiosi, la natura del canto a tenore, come origine, risalirebbe a tempi antichissimi. Un canto forse radicato nella vita pastorale che tra natura e mondo animale hanno ispirato la forma e il timbro delle voci come imitazione dei versi e dei suoni e dei rumori della vita all’aperto. Supposizioni e/o ipotesi che siano queste teorie, nella realtà, presentano un’originale e suggestiva forma di canto spettacolare ed emozionante, dove la polifonia è eseguita da un gruppo di quattro diverse voci chiamate bassu, contra,boche e mesu boche. I Tenore di Bitti “Mialinu Pira”, maestri in questa forma musicale, non hanno tradito le aspettative e lo spettacolo è stato completo.
Dopo le presentazioni del sindaco Riccardo Sanna e dell’associazione “Pedras et sonus” di Mogoro, che ha organizzato l’evento, è toccato ai tenores, iniziare, con la loro voce polifonica a dar vita a un insieme di canti che hanno entusiasmato gli spettatori stretti in circolo, intorno ai protagonisti del canto a tenore. Un momento toccante è stato quando i quattro cantores si sono spostati dentro la chiesa dedicata a San Lussorio: l’intonazione dell’Ave Maria e di altre canzoni religiose in sardo, con le varie voci vibranti, hanno lasciato estasiasti gli spettatori.
L’evento programmato nella collina di Santu Sciori è stato un momento di particolare importanza culturale per la popolazione, che oltre alla possibilità di apprezzare un tesoro della cultura musicale sarda, ha avuto, anche, l’opportunità di visitare le testimonianze del passato storico dell’antico abitato di Pabillonis, con il nuraghe di Santu Sciori, ancora tutto da scoprire.
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