di Dario Frau
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Sono il turismo, l’archeologia, la paletnologia e l’archeozoologia, ma anche il Macramé e la star-up “Coop. Istoria”, insieme alla passione e all’amore per il passato della sua terra, a caratterizzare la figura e la personalità di Sonia Fanari, una giovane archeologa, poco più che ventenne, fresca di laurea. Un traguardo costruito, passo dopo passo, con la volontà e il desiderio, però, di andare sempre alla ricerca di nuovi orizzonti.
PASSIONE E VOLONTÀ
Volontà, determinazione e scelte oculate, non sono mai mancate alla giovane pabillonese. «Dopo le scuole medie ho scelto di iscrivermi all’istituto tecnico turistico di Sanluri, dove ho avuto modo di apprendere e imparare diverse materie e di approfondire lo studio delle lingue. Il settore turistico mi interessava, ma volevo andare più a fondo, nella scoperta di ciò che potrebbe realmente valorizzare il turismo in Sardegna», spiega Sonia, che ha una visione concreta della sua vita futura, in questo ambito, poiché crede che il riscatto dell’Isola possa essere realizzato grazie anche al turismo, con la sua storia, le ricchezze culturali, ambientali ed etnografiche e, in particolar modo, quelle archeologiche. «È su questo settore che ho sempre puntato l’interesse: l’archeologia, appunto, di cui mi ero appassionata, e che ho scelto come argomento della tesina al diploma di maturità, e che ho voluto approfondire anche all’università, iscrivendomi a Cagliari, al corso di Beni Culturali e Spettacolo con indirizzo archeologico».
LA SCELTA UNIVERSITARIA
È stata già la prima lezione a illuminare le idee alla giovane universitaria. «Alla lezione di paletnologia, tenuta dal professor Carlo Lugliè, capii subito che quella sarebbe stata la mia strada, e ne ebbi ulteriore conferma con l’inizio delle lezioni di preistoria della Sardegna. Oltre il fascino della materia, era certamente la competenza e la chiarezza nell’esposizione del professore ad avermi colpita», racconta la giovane. “Alea iacta est”, «la decisione è presa», dunque, per Sonia. Il percorso universitario scelto, quello archeologico, in effetti, per la studentessa diventa sempre più stimolante, intrigante e attinente alle sue passioni: lavorare anche sul campo, all’aria aperta e a contatto con la natura. Tre elementi fondamentali per Sonia Fanari, giovane, moderna, aperta, solare, sportiva e con tante amicizie, appassionata però anche della natura e della campagna, come confessa lei stessa, compiaciuta: «Nel tempo libero, la mia passione più grande è la campagna, e non manca volta in cui cerco di incastrare gli impegni per raggiungere mio padre all’orto o in vigna, e finalmente, a 25 anni, mi ha insegnato anche a guidare il trattore», racconta.
GLI SCAVI A SU CARROPPU DI SIRRI
Attitudini personali che diventano essenziali e sempre più interessanti, anche perché le lezioni teoriche tra i banchi, organizzati dal professore sulla scheggiatura litica, vengono completate da esperienze in situ: «Ebbi la fortuna sin dal primo anno di poter scavare con lui, presso il sito di Giuanni Corrias, a Pau e in quello di Su Carroppu, a Sirri, che certamente rappresentano per me, i momenti più importanti e felici della mia carriera universitaria», precisare Sonia. In seguito partecipa anche al progetto “Erasmus” universitario, in Spagna a Malaga, dove la giovane ha vissuto un’esperienza culturale, «Per me davvero felice, anche perché tra i vari corsi di archeologia mi sono interessata al tema del rapporto uomo-ambiente durante la preistoria e da lì, concordata con il professor Lugliè, è nato l’argomento della mia tesi triennale», puntualizza Sonia.
CORSO MAGISTRALE A FERRARA
La giovane studentessa sempre più desiderosa di approfondire gli studi preistorici decide d’iscriversi al corso magistrale di “Quaternario, Preistoria e Archeologia”, all’università di Ferrara. Qui scopre, con entusiasmo, l’archeozoologia, grazie alla professoressa Ursula Thun: «Mi ha dato la possibilità di portare avanti la tesi a Cagliari, sul materiale proposto dal professor Lugliè, relativo all’analisi dei resti faunistici provenienti dal sito di Su Carroppu a Siddi», spiega Sonia.
LAUREA A CAGLIARI
L’entusiasmo per la discussione della tesi, programmata nel mese di luglio è stata però smorzato per un triste evento: «Purtroppo, a una settimana dalla mia laurea, il 2 luglio, è venuto a mancare il professore Lugliè, che oltre a essere uno dei massimi conoscitori della preistoria e della scheggiatura litica su ossidiana del Mediterraneo (era direttore del museo dell’ossidiana di Pau), per me e per tanti miei colleghi, ha rappresentato l’ispirazione più alta, e un “padre” non solo dal punto di vista dell’insegnamento, ma anche dal punto di vista umano», rivela Sonia, con un certa emozione. La giovane archeologa mette in rilievo anche l’importanza della famiglia. «I miei genitori mi hanno sempre supportata nel mio percorso, sin dal momento in cui ho preso la mia scelta, e nonostante sia un ambito difficile per quel che riguarda il lavoro, hanno sempre creduto in me», confessa la giovane laureata. Il lavoro! Un problema che interessa e coinvolge tanti giovani, soprattutto, in questi tempi, ma che non scoraggia, Sonia Fanari. «È una preoccupazione importante, ma con la buona volontà e spirito di adattamento, il lavoro si trova: l’importante è fare sempre ciò che sentiamo», dichiara la giovane, che non ha perso tempo e sta lavorando, attualmente, come receptionist nell’hotel di Funtana Noa a Villanovaforru. L’attuale impegno lavorativo non distoglie però, la giovane dall’obiettivo e della passione culturale della sua vita: l’archeologia.
FONDA LA “COOPERATIVA ISTORIA”
Anzi! «Nel mentre, insieme a due mie colleghe archeologhe, Isabella Tuveri di Villanovaforru e Sara Porru di Portoscuso, abbiamo partecipato a un bando del Gal Marmilla per start-up, vincendolo, e stiamo dando vita a una cooperativa archeologica con sede a Lunamatrona, che si chiama “Cooperativa Istoria”, e per la quale ci prefiggiamo di portare avanti importanti obiettivi e progetti volti innanzitutto alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale che speriamo di poter sostenere in vari ambiti e magari anche nel mio paese. Dal punto di vista archeologico. Infatti, Pabillonis detiene importanti testimonianze sin dal periodo protostorico, ma anche ricche strutture storiche che andrebbero innanzitutto ripristinate e valorizzate: in primo luogo, il passo più importante è quello di pubblicare, ed esporre al più presto, i dati e i reperti ottenuti dalle campagne di scavo svolte nei pressi del Nuraghe Fenu, per renderli fruibili alla comunità. Questo sarebbe un ottimo punto di partenza per avviare lo studio di tutti i siti archeologici e storici del paese». Oltre l’archeologia sono tanti gli interessi e gli hobby di Sonia Fanari: «oltre allo sport, che ho sempre praticato, negli ultimi anni si è fatta strada la passione per l’artigianato, con il “macramè” che ho appreso da autodidatta e che mi rilassa e mi da tante soddisfazioni».
IL MACRAMÉ
L’origine di quest’arte è sconosciuta, forse proviene dal mondo orientale, ed è stata importata in Europa dai marinai, già abili nell’arte dei nodi: «Un ritmico e paziente gioco di dita e di fili che si intrecciano: questo è il Macramé. «Nodi che si sono tramandati per secoli e che le macchine non possono replicare, per fortuna!», sottolinea la giovane. In questo campo la creatività di Sonia ha dato spazio a tante creazioni d’artigianato: ogni lavoro ha un riferimento ben preciso, attinente al proprio “Io” e al suo senso artistico. Sono tante, infatti, le sue creazioni che suscitano meraviglia e stupore e la sua ampia produzione, molto conosciuta, è presente ormai, anche nei profili social di Macramé, “Su Filu”, dove è possibile ammirare i capolavori realizzati, con la magia delle mani, dalla giovane archeologa, nonché abilissima artista/artigiana, Sonia Fanari.
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