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Attualità

Pabillonis, la tradizione de is animeddas nella Casa di riposo con anziani e bambini

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di Dario Frau
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Halloween, ormai è alle porte e tanti bambini ripeteranno, il 31 ottobre, il classico ritornello: “Dolcetto o scherzetto?”. Anche a Pabillonis, si festeggia questa consuetudine. Numerosi bambini e ragazzi in età scolare, con maschere e abbigliamenti in tema con l’avvenimento, si recheranno, nel tardo pomeriggio nelle case ripetendo il tradizionale ritornello. Qualche adulto, sono però sempre meno, storce il naso a questa ulteriore “invasione americana”, vista come una consuetudine consumistica. Le origini di questa tradizione, però, non sono prettamente americane, ma celtiche, portate nel Nuovo Continente dagli emigrati iralndesi. Gli antichi celtici celebravano, infatti, il 31 ottobre, la festa mitico-rituale di Samhain, il passaggio dall’estate all’inverno, e dal vecchio al nuovo anno: era credenza comune, che nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero tanto da permettere a questi di tornare sulla terra. Da qui, l’uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti o di appendere lanterne ricavate nelle zucche le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino. Anche l’usanza del “dolcetto o scherzetto” deriva da questa credenza: i bambini si travestono da spiriti, fanno visita alle famiglie, guidati dalle lanterne-zucca, e ottengono dolci in cambio della loro “benevolenza”.  Ma anche la Sardegna ha la “sua Halloween”: si è conservata, infatti, da secoli, la tradizione del culto delle anime e dei morti che presenta delle analogie con quella americana di origine celtica. Una tradizione che risale alla notte dei tempi, visto anche il rapporto tra vita e morte, nel culto delle civiltà preistoriche del popolo sardo. Un evento, il rapporto tra i defunti, che viene festeggiato tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre.
Questa ricorrenza, nell’Isola, viene indicata con diversi nomi: is Animeddas e is Panixeddas nel sud, Su ‘ene ‘e sas ànimas o su Mortu Mortu nel nuorese, su Prugadòriu in Ogliastra. Anche le formule utilizzate per la richiesta di doni per le anime defunte, varia da zona a zona, e sostituiscono il classico “dolcetto o scherzetto” con seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas? Seu su mortu mortu, carki cosa po sas ànimas? Oggi i bambini ricevono caramelle, cioccolatini e vari dolcetti, ma in passato le offerte erano costituite da dolci del periodo autunnale, come pabassinas, ossus de mortu, pani de sapa e frutta di stagione. Nelle case era usanza lasciare la tavola apparecchiata per i defunti, tutta la notte, e anche le credenze rimanevano aperte perché i morti potessero cibarsi e si accendevano le lampade ad olio (lantias), una per ogni defunto di famiglia. Pure la zucca non è una esclusiva anglosassone. In Sardegna venivano intagliate a rappresentare esseri spettrali, a forma di teschio, simili in tutto e per tutto a quelle di Halloween, tanto che venivano trasformate, poi, in lumi inserendovi una candela dentro (Sa conca de mortu). Solo i tempi differivano di poco, venivano infatti preparate per la notte del 2 novembre, giorno dei defunti.
A Pabillonis, quest’anno, particolare e significativa sarà la rievocazione de is animeddas che si effettuerà martedì 31 ottobre, nella Residenza San Giovanni, che accoglie diversi ospiti del paese e di altri del circondario. I nonnini, infatti, attendono con particolare emozione ed eccitazione, i piccoli, per regalare-donare loro, caramelle e dolcetti, all’insegna di questa tradizionale festività. Per gli anziani questo gesto ricorda la loro infanzia, quando erano loro stessi bambini e si recavano nelle case per chiedere qualche dolce fatto in casa, come pabassinuss, ossus de motu, pani de sapa e anche frutta di stagione. E così al ritornello “seusu benius po is animas”, i bambini del paese, accompagnati dai genitori, nella serata di martedì, dalle 16.30 alle 18, riceveranno dagli anziani, i dolcetti per la festa delle anime: “Is Animeddas” appunto; ma non solo, l’incontro sarà anche l’occasione per ascoltare dai nonnini, i racconti del loro passato e ricevere tanti sorrisi e carezze dai generosi-simpatici anziani.

 

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